Volantino Pubblicitario Disinformativo sul THC e sulla “Cannabis Light” distribuito al Sert di Imola? Una vicenda senza Etica né Morale

Volantino Pubblicitario Disinformativo sul THC e sulla “Cannabis Light” distribuito al Sert di Imola? Una vicenda senza Etica né Morale
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Oggi siamo a diffondere una situazione spiacevole capitata negli scorsi giorni nella città di Imola.

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Abbiamo ricevuto una segnalazione che riportiamo:

 

“Ciao, ecco cosa mi è capitato. Mia madre lavora con gli anziani, allo SPI della CGIL.

Un suo conoscente ha avuto questo foglio (allegato in fondo alla comunicazione) dall’ambulatorio del SERT DI IMOLA, da una psichiatra della quale non conosco il nome, e la dottoressa gli ha detto: “Se vai con la ricetta dei medicinali loro sanno cosa darti”.

Questo è quanto. Io ho un growshop vicino ad Imola, tanti clienti sono andati da loro, potrebbe anche essere concorrenza sleale oltre che disinformazione. Un altro mio cliente mi ha detto che “Ti dicono anche che se hai bisogno hanno anche quella con il THC”.

Normalmente non mi affido alle chiacchiere ma il volantino è stato esaustivo.”

(Abbiamo dovuto oscurare il sito della marca per via delle minacce subite continuamente su Facebook (e dal vivo) in queste settimane da diverse realtà del settore e per tutelare la fonte abbiamo preso questa decisione, rimane in nostro possesso comunque la fotografia originale).

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Incredibile come ai pazienti sia data “in mano” questo tipo di informazione manipolata per discriminare il THC, esaltare qualità del CBD solo per la sua “comprabilità” presso aziende private rispetto al dovere di corretta informazione che deve (o dovrebbe?) avere un organo del genere a livello sociale ed istituzionale.

Abbiamo denunciato la situazione da oltre due giorni ed ancora nessuna diffusione su alcuna testata giornalistica del settore e nessuna risposta da parte degli organi implicati nella vicenda alle nostre richieste di distanziarsi da tutto questo e terminare la diffusione di quel volantino se mai sia stata autorizzata da qualcuno.

 

Purtroppo non stupisce che l’informazione non sia parte integrante del tessuto sociale del nostro paese, capiamo l’eventuale coinvolgimento di riviste in sponsorizzazioni da parte di “certe” aziende (a cui questa confusione conviene e che sulla confusione hanno costruito il loro marketing), ma occorre assolutamente prendere una posizione netta e discostarsi da tutto questo.

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