Riportiamo dal Sito INNOVET un nuovo importante risultato del progetto di ricerca su endocannabinoidi e aliamidi in medicina veterinaria (composti bioattivi endogeni che l’organismo produce “da sé” a scopi protettivi) che arriva da un gruppo di ricercatori dell’Università di Bologna.
Lo studio approfondisce il sistema endocannabinoide.
“La localizzazione dei recettori di cui tale sistema si serve [recettori cannabinoidi CB1 e CB2 e recettori correlati GPR55, PPAR-alfa e TRPV1] “rappresenta prerequisito essenziale per l’azione dei rispettivi agonisti/antagonisti, sia naturali che sintetici”, tra cui si annovera la PEA (palmitoiletanolamide), capostipite delle aliamidi.”
Tramite opportune analisi immunoistochimiche effettuate su gangli spinali di cani deceduti spontaneamente, i ricercatori sono riusciti a tracciare, per la prima volta nel cane, una mappa distributiva di questi recettori, con i CB1 localizzati selettivamente a livello neuronale e i CB2 su cellule gliali satelliti, unitamente ad altri recettori particolarmente coinvolti nel dolore come GPR55 e TRPV1.
Una ricerca interessante che porta nuove basi di azione, come descritto dai ricercatori: “una robusta base anatomica per il possibile utilizzo degli agonisti di questi recettori nel trattamento del dolore cronico, in particolare neuropatico.”
Secondo i ricercatori è un’altra tessera che si aggiunge al mosaico di evidenze a favore dell’approccio ALIA al dolore del cane: la capacità, cioè, di molecole come la PEA (Palmitoiletanolamide) di modulare la reattività di cellule non-neuronali (es. glia e microglia), in funzione della presenza di un corredo recettoriale che ne media l’attività di protezione e recupero omeostatico “secondo Natura”.
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