Anche se molti dei benefici della cannabis non vengono riportati, essa è divenuta una cura relativamente comune per la nausea. In effetti, uno dei disturbi più comuni per la quale la cannabis è prescritta è la nausea causata dalla chemioterapia. Ciò non dovrebbe sorprendere; la cannabis è stata impiegata con successo nel trattamento di molti degli effetti collaterali della chemioterapia, fra cui l’insufficienza cardiaca.
Nonostante l’effetto che la cannabis ha sulla nausea, c’è una carenza di informazioni relative al motivo per cui essa è efficace. Uno studio recente, pubblicato sul British Journal of Pharmacology, ha esplorato la relazione tra la nausea e due cannabinoidi, il tetraidrocannabivarin (THCV) e il cannabidivarin (CBDV).
I cannabinoidi hanno ridotto la nausea causata da un medicinale anti-obesità
Lo studio, che si è svolto ad Ontario, in Canada, ha comparato THCV e CBDV con un medicinale anti-obesità chiamato Rimonabant. Anche se ha prodotto risultati promettenti nella prevenzione dell’obesità, il Rimonabant non è mai stato approvato negli USA a causa degli effetti collaterali.
I ricercatori hanno inizialmente somministrato THCV, CBDV e Rimonabant ai topi per appurare se la sostanza avrebbe indotto nausea. Come previsto, il Rimonabant ha prodotto nausea, a differenza dei cannabinoidi. Questo, aggiunto al fatto che il THCV è ritenuto essere un inibitore dell’appetito, potrebbe rendere il THCV un’alternativa sicura al Rimonabant nella lotta all’obesità. Il passo successivo è stato quello di testare l’effetto dei cannabinoidi sulla nausea. I ricercatori hanno causato la nausea nei topi mediante una tossina, e hanno poi somministrato loro 10-20 mg di THCV o CBDV. Secondo i risultati, entrambi i cannabinoidi hanno ridotto la nausea nei topi.
Secondo l’autore dello studio, il tetraidrocannabivarin (THCV) e il cannabidvarin (CBDV) “potrebbero avere un potenziale terapeutico nel trattamento della nausea.” Anche se l’idea di utilizzare la cannabis per trattare la nausea non è nulla di nuovo, questo studio è un ulteriore passo verso la comprensione del ruolo di ciascun cannabinoide.
Mi permetto di ricordare all’autore dell’articolo che il Rimonabant è stato ritirato dall’FDA perchè induceva a gravi disagi psicologici che portavano al suicidio.
Ora, è indubbiamente ancora una sostanza importante da un punto di vista puramente di sperimentazione come dimostrato dallo studio che giustamente viene citato.
Il meccanismo farmacologico di funzione del Rimonabant si basa sull’inibizione dei CB1, i recettori endocannabinoidi più presenti nel CNS, ed è dunque un antagonista dei recettori cannabinoidi. Penso che questo, ovvero che il fatto comprovato che inibire il funzionamento/attivazione dei recettori cannabinoidi porti ad uno stato di non sopravvivenza, come dimostrato dalle morti x Rimonabant in pre-ritiro e da tutti i roditori CB1 Knock outs che senza entrambi gli alleli per codificare il recettore CB1 non nascevano nemmeno, morivano embrioni, sia veramente la lezione che dovremmo portarci a casa; da sempre nella storia dell’umanità, non solo uomini, ma anche gli animali si sono cibati di foglie semi e fiori di questa pianta; i nostri corpi sono basati sull’omeostasi, sull’equilibrio delle parti. Durante una reazione infiammatoria, si verifica uno squilibrio a livello endocannabinoide. é dunque assolutamente naturale ri-equilibrarlo con un cannabinoide esogeno.
Un pensiero 🙂
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