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Progetto FreeWeed - Legalizzazione Cannabis

I dati relativi agli adolescenti hanno indicato che, nonostante gli infondati dubbi dei sostenitori del proibizionismo, il numero dei consumatori di cannabis non è aumentato tra gli under 21 negli stati americani dove si è optato per una politica di legalizzazione della cannabis, secondo una nuova ricerca che ha sorpreso persino i suoi autori.

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Qui lo Studio ORIGINALE

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Dal 1996, 23 stati americani e nel Distretto di Columbia (DC) hanno approvato l’uso medico della cannabis.

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Negli stati del Colorado, Washington, Alaska e Oregon e DC, è legale anche l’uso ricreativo.

Questi stati si muovono verso il permissivismo, ed anche se il possesso della sostanza è limitato ad uso medico, hanno portato molti critici a preoccuparsi che l’uso di cannabis sarebbe potuto aumentare, soprattutto tra gli adolescenti.

Tale assunto è stato il punto di partenza per la ricerca effettuata dal dottor Deborah Hasin, professore di epidemiologia presso la Columbia University Medical Center di New York, ed i suoi colleghi.

Tuttavia i risultati di 24 anni di dati da più di un milione di adolescenti in 48 stati contigui non hanno dimostrato questi timori.

Il loro articolo sulla rivista Lancet Psychiatry afferma che l’uso di cannabis da parte degli adolescenti era già più elevato negli Stati che hanno optato per la legalizzazione medico.

Ma il cambiamento della legge non ha portato ad un aumento delle cifre.

Analizzando i dati di uno studio nazionale denominato Monitoring the Future, che raccoglie informazioni da 50.000 studenti di età compresa tra 13 a 18 in 8 °, 10 ° e 12 ° grado (anni 9, 11 e 13 in Gran Bretagna), ogni anno, hanno trovato che non ci fosse stato un aumento anche dopo aver tenuto conto delle situazioni individuali, fattori come la scuola ed altri a livello statale, che possono influenzare l’uso di cannabis (come l’età, l’etnia, la scuola pubblica o privata e la proporzione della popolazione di ogni stato che era maschio o bianco).

Lo studio comprende dati di recensione sugli adolescenti di età compresa tra 13-18 e durante gli anni 1991-2014.

“I nostri risultati forniscono la prova più forte fino ad oggi che l’uso di cannabis da parte degli adolescenti non aumenta dopo che uno stato legalizza la cannabis”, ha detto il dottor Hasin.

Comunque il dottore tiene alta l’attenzione sul tema: “il precoce uso adolescenziale di marijuana può portare a molti esiti dannosi a lungo termine; identificare i fattori che in realtà giocano un ruolo nell’uso adolescente dovrebbe essere una priorità alta di ricerca.”

Tra gli studenti più giovani intervistati l’uso di marijuana in realtà è addirittura diminuito.

In un commento sulla rivista il dottor Kevin Hill, dalla divisione di “alcol e droga” del McLean Hospital di Belmont in Massachusetts, scrive: “Forse la principale preoccupazione di molte persone che si oppongono alle leggi sulla cannabis medica e legale è che porterà ad un aumento generale dell’uso di marijuana, anche tra gli adolescenti. L’uso di Cannabis è aumentato negli Stati Uniti tra gli adolescenti negli ultimi anni, a differenza di nicotina, alcol o oppiacei, e la percezione del pericolo è scesa”, sottolinea sempre Kevin Hill, continuando però “Hasin e colleghi hanno postulato, come molti, che il passaggio delle leggi sulla marijuana legale aumenterebbe l’uso di marijuana tra gli adolescenti contribuendo alla percezione del declino dei potenziali danni della marijuana, MA il loro studio, ben progettato metodologicamente, ha DIMOSTRATO CHE CIO’ NON E’ VERO.”

“Lo studio dimostra quanto sia importante, per testare le ipotesi, la ricerca rigorosa prima di fare politica sanitaria“, dice. “Il numero importante di ricerche a cui questo studio attinge suggerisce che le leggi sulla marijuana medica e legale non aumentano l’uso tra gli adolescenti, e le decisioni future che gli Stati faranno sull’opportunità o meno di emanare leggi sulla cannabis dovrebbero essere almeno in parte guidate da questa prova.”

Questo studio, inoltre, sostiene il rapporto 2013 del Dipartimento del Colorado della salute e dell’ambiente, che ha scoperto che l’uso di cannabis al liceo è diminuito dal 22% nel 2011 al 20% nel 2013. I dati sono stati raccolti prima che la marijuana ricreativa è stata resa legale, ma ha dimostrato che la legalizzazione della marijuana medica non ha mandato il messaggio che era giusta da usare. Il Dr. Larry Wolk ha detto: “Come per il tabacco, le campagne di prevenzione giovanile aiuteranno a garantire che la legalizzazione della marijuana per gli adulti in Colorado non abbia effetto sulla salute dei bambini”.

David Nutt, professore di Neuropsicofarmacologia presso l’Imperial College di Londra, ha detto che il risultato dello studio era proprio come da lui previsto: “Il mercato illegale per la cannabis è probabilmente saturo, così che renderlo legale e farmaco potrà solo consentire ai cittadini rispettosi della legge e con problemi di salute cronici, di ottenere il sollievo che è stato negato per gli ultimi 40 anni di divieto”.

Gli esperti britannici stanno portando avanti una campagna di riclassificazione della cannabis nel Regno Unito per consentire l’uso medicinale e la ricerca ed hanno accolto con favore lo studio: “I pazienti stanno soffrendo inutilmente ed altri in grande dolore sono in viaggio all’estero per trovare la cannabis di cui hanno bisogno per alleviare i loro sintomi” ha detto il prof Val Curran dell’University College di Londra, massimo esperto del Regno Unito sulla cannabis terapeutica e coautore di una nuova relazione per il gruppo parlamentare di tutti i partiti per la riforma della politica delle droghe. “Tutto questo anche in Inghilterra potrebbe cambiare spostando la cannabis dalla Tabella 1 alla Tabella 2, riconoscendo così il valore medicinale della droga.”

In Italia la legge sulla cannabis terapeutica sta procedendo nella giusta direzione, troppo lentamente però.

 

FONTE: The Guardian

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