Sequestrate 156 piante di Canapa Industriale a un Attivista: ma non era libera la coltivazione?

Sequestrate 156 piante di Canapa Industriale a un Attivista: ma non era libera la coltivazione?
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Nella foto di copertina dell’articolo abbiamo voluto inserire la Statua della Giustizia per rappresentare al meglio proprio quello che, decisamente, manca nel nostro paese. Violazione del domicilio, violazione della normativa vigente, violazione di “tutto quello che raccontano”; ecco in poche parole cosa è accaduto ieri sera al nostro Referente dell’Associazione nella provincia di Brescia.

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Tutto è iniziato verso le ore 20.30 del 2 ottobre 2017; le FF.OO. stanno entrando a casa del nostro referente per sequestrare tutta la piantagione di Futura75, regolarmente munita di Cartellino identificativo e Fattura della Semente, e regolarmente dichiarata al comando della zona.

Subito viene esposto alle FF.OO., con tranquilla freddezza, che stanno commettendo uno “sbaglio”, che la legge tutela in ogni caso questa situazione, e che se volessero effettuare un controllo sul fiore e sul THC la legge predispone di poter prelevare un campione del prodotto e non di sequestrare preventivamente tutte le piante e di denunciare il coltivatore.

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Di fronte a questa esposizione dei fatti, correlata di riferimenti diretti alla Legge 242 del 12 dicembre 2016, le FF.OO. intimavano al nostro Referente di “lasciar perdere” e che “loro devono procedere in questo modo”.




Immediatamente il nostro Referente decide quindi di telefonare al Presidente dell’Associazione, che si mette in contatto con le FF.OO. direttamente presenti all’interno del domicilio del nostro Referente; la conversazione che ne esce ha dell’incredibile.

Il Presidente dell’Associazione mostra alle FF.OO. che la legge tutela questo tipo di condotta, che è stato tutto svolto secondo le regole dettate dallo Stato Italiano; a questo punto il rappresentante delle FF.OO. espone che è decisione del Magistrato diretta quella di procedere in questo modo, con il sequestro di tutto il materiale e la conseguente denuncia del coltivatore, e che loro stessi non vogliono ne possono opporvisi, ne giudicarne la “correttezza legislativa”, riportiamo le dichiarazioni parola per parola “dobbiamo sequestrare tutto, se è giusto o meno non siamo noi a stabilirlo”.

Viene, tra le righe, aggiunto che se l’Associazione avesse voluto, poteva in seguito opporsi e contestare lei la decisione del Magistrato (aggiungendo pene accessorie implicitamente se non avessimo dato l’ok a quel sequestro, opponendoci “fisicamente”).

Il Presidente dell’Associazione, dopo aver cercato invano per diversi minuti di spiegare tranquillamente la situazione alle FF.OO., ma scoraggiato dalle stesse a procedere in quanto la decisione “era presa”, ha deciso di far telefonare all’Avvocato Zaina per un consulto veloce sull’argomento (ringraziamo l’Avvocato per la disponibilità personale al supporto in questa occasione), il quale, appresa la situazione, consigliava di far mettere nero su bianco la situazione verificatasi, nonostante la legge si esprima chiaramente in senso opposto rispetto a quanto si stava verificando.

Nonostante le telefonate ricevute dalle FF.OO., e la legge 242 del 12 dicembre 2016 che “parla chiaro”, alle ore 22.00 del 2 ottobre 2017 veniva operato il totale sequestro della coltivazione di canapa ad uso industriale e la denuncia del coltivatore con articolo 73 del DPR 309/90.




Ecco il verbale dell’accaduto:

 

 

Ed ecco le foto della Coltivazione Personale di Canapa ad uso industriale, correlata di Cartellino identificativo (Futura 75) e di Fattura della semente (comprata da Assocanapa SRL):

E’ stato tutto sequestrato, e denunciato il coltivatore.

Incredibile come venga ignorata la legge, o applicata come meglio si vuole, o addirittura solo su chi si vuole.

E’ una situazione intollerabile, una legge che non mette sicurezza al coltivatore ma “tutela” maggiormente la grande azienda che si affaccia sul settore; questo non è corretto nei confronti di uno Stato che si possa definire “di Diritto”, e non possiamo accettarlo.

Ed anche qualora dalle analisi risultasse, come è ovvio che sarà, una percentuale di THC “tollerata” dalla normativa vigente, ossia sotto lo 0,6%, chi restituisce il raccolto al legittimo proprietario? E’ corretto invadere in questo modo la sfera personale per una azione legale svolta nel proprio domicilio? Perchè la legge viene applicata alla lettera solo per tutelare aziende ambigue con contatti politici ambigui?

La centralità dello Stato sono e devono rimanere i suoi Cittadini, singoli, alla base, non le potenze economiche che si creano nel tempo, e questa deve essere sempre la Base sulla quale sviluppare ed applicare le Leggi del nostro paese.

Chiediamo la collaborazione nella diffusione dell’incredibile notizia e dell’ingiustizia, l’ennesima, ricevuta contro l’Associazione FreeWeed ed i suoi Attivisti, e tutti i liberi cittadini che lottano quotidianamente legalmente per un effettivo cambiamento sociale a vantaggio di tutti.

Siamo vicini al nostro Referente, con il quale siamo in stretto contatto, e terremo aggiornati tutti tramite il sito ufficiale dell’Associazione.

 

 

 

Incredibilmente durante il sequestro è stato portato via tutto, vasi, terra e piante, ma, fermo, immobile e vacuo, sul tavolino della cucina, dove è rimasto per tutta la durata della perquisizione, giace ancora un fiore essiccato di Futura75, che, incredulo, rimane l’unico triste frutto di un’amore che ci ostiniamo, da bravi ed ignari esseri umani, a voler proibire.

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