Il Resoconto del primo “Open Day” all’Istituto Farmaceutico Militare di Firenze

Ringraziamo il sito Canapale.com per averci dato la possibilità di diffondere un breve, ma intenso, resoconto sul primo “Open Day” del Farmaceutico Militare di Firenze, l’istituto italiano dove si coltiva e distribuisce (alle farmacie) la cannabis ad uso medico, l’unica legale in tutto il paese (monopolio terapeutico statale): l’incontro era aperto solo ad operatori e giornalisti accreditati, ed è presente su internet anche l’intero videofilmato della conferenza (che alleghiamo).

Buona lettura!

 

 

“E dunque, la Regione Toscana è stata la prima a legiferare sul tema della cannabis a uso terapeutico. Proprio per questo la decisione di coltivare nel capoluogo e sia la Regione che Firenze si sono dichiarati molto soddisfatti dei risultati. Personalmente, mi chiedo di cosa siano soddisfatti, visto che con lo stesso investimento si sarebbe potuto produrre quantità di gran lunga superiori a quelle raccolte.




Il 18 Settembre 2015 nasce il primo gruppo di lavoro per l’efficienza dello stabilimento e l’ottenimento di un prodotto che soddisfi tutti i requisiti previsti. La certificazione GMP (good manufacturers practice) del prodotto è la prima ottenuta dalla autorità sanitarie competenti, tant’è che, fino a qualche anno fa, il bedrocan mancava di certificazione GMP.

Ma questa realtà è attualmente l’unica autorizzata dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) in Italia, e nel 2016 ha registrato nel suo picco massimo di produzione 100 kg. L’obiettivo che si è dato quest’anno è quello di aumentare la produzione, al fine di ridurre l’importazione o addirittura estinguerla. Da qui l’auspicio di triplicare la produzione e la mia seria perplessità sulle modalità attraverso le quali intendono procedere per raggiungere il loro scopo.

Quello del 15 maggio è il primo open day sulla cannabis terapeutica da parte delle Istituzioni, con l’obiettivo di mettere in evidenza l’impegno di questi due anni di coltivazione “nostrana”. La genetica delle talee proviene dal CRA ( Centro Ricerca Agricoltura) di Rovigo. Parliamo della varietà FM2 (dove FM sta per farmaceutico militare e 2 ad indicare il numero dei principali cannabinoidi contenuti, il THC ed il CBD) e che qualitativamente è simile per composizione al Bediol olandese. Il THC dovrebbe essere presente in percentuali tra il 5 e l’8% mentre il CBD tra il 7,5 ed il 12%.




Nella giornata dedicata a informare farmacisti, medici, giornalisti e ricercatori sul lavoro svolto, quello che è emerso è che il “Progetto Italiano” per la produzione di questa magnifica pianta prevede: un’alta qualità del prodotto finale, affinché si garantisca un’efficacia maggiore, e la volontà di mantenere un prezzo di vendita basso. Così facendo si permette l’accesso alla terapia anche alle persone con disponibilità economica molto ristretta.

Posso dire che è solo l’inizio di una futura legalizzazione, in quanto tema molto dibattuto a causa anche del ghiotto interesse economico in cui gravita. Spero tanto che lo Stato non si diriga verso una monopolizzazione, diciamo come la situazione attuale, e che regolamenti la produzione e la vendita della cannabis. Anche perché non dimentichiamoci che stiamo parlando della pianta più versatile e bella del mondo.




La produzione dello stabilimento è qualitativamente importanti, dunque l’esigenza di incrementare le quantità, passando dalla coltivazione di due serre a prossimamente dieci.

Così facendo si aprirebbe un fronte più ampio sulla sperimentazione e ricerca, anche grazie a tutti i dati clinici dei medici che somministrano la terapia.

A latere, la Regione Toscana ha lanciato un progetto pilota che prevede una piattaforma web per l’inserimento dei dati acquisiti da parte dei medici prescrittori. Il progetto consiste appunto nella produzione nazionale di sostanze e preparazioni a base di cannabis.

Ma visto che per adesso non si è arrivati a raggiungere una quantità necessaria per soddisfare tutti i pazienti, e quindi ricorrere all’importazione, perchè non cercare di approvare anche un’eventuale autoproduzione? Ovviamente previa analisi del prodotto ottenuto per capire se rientra negli standard. O addirittura, perchè distruggere i raccolti fatti al CRA-CIN di Rovigo? Non c’è nessuna lavorazione possibile attuabile a quelle infiorescenze a tal punto di riuscire ad estrarne i principali cannabinoidi?

Gli usi consentiti del prodotto sono esclusivamente per via orale, diversamente secondo quando previsto dalla “legge di Bella 94/98”, mentre tutti gli altri, soprattutto l’uso oftalmico, non sono consentiti. Quindi le principali vie di somministrazione sono: orale ed inalatoria.

Prossimamente ci sarà un aggiornamento dei prezzi e si paventa l’ipotesi di rimborso spese.

Attualmente la normativa regionale prevede la dispensazione a titolo gratuito tramite le farmacie ospedaliere ai pazienti residenti o con domicilio sanitario sulla base di prescrizione medico specialista.




I numeri dei pazienti trattati con la cannabis sono sempre più in aumento. Nel 2016, tra assuntori di Bediol e Bedrocan si arriva a 1165. Per questo si è deciso di dare il via a un nuovo corso in FAD che prevede un programma di formazione per la diffusione della cannabis sia ai medici che ai farmacisti.

Così, nonostante l’uso della cannabis da parte dell’uomo risale ai tempi più ancestrali, dopo un troppo lungo periodo di proibizionismo sfrenato, finalmente adesso, pian piano, se ne ricomincia a parlare e soprattutto a fare un uso funzionale, raggiungendo il mercato nazionale.

L’intervento del Dottor Mediati è stato particolarmente interessante, poiché ha fornito un utile contributo in termini di dati oggettivi raccolti in un preciso lasso temporale. In ambito clinico, ha annoverato dati riguardanti 405 pazienti trattati con cannabis, nell’arco di 28 mesi.

È stato precisato che la terapia viene maggiormente utilizzata per il dolore neuropatico (snc, snp , snc e snd, e fibromialgia), oncologico e nocicettivo. Del campione clinico in esame, 160 sono stati trattati con bedrocan, 91 donne (circa il 90%) hanno assunto la terapia tramite decotto, 69 uomini (circa il 10%) hanno assunto l’olio. Il dosaggio medio è stato di 141 mg al 19% di THC, mediante due somministrazioni giornaliere.




I controlli che vengono fatti a ogni preparato galenico si svolgono in tre fasi: pesatura, registrazione e consegna. Per la verifica della purezza, invece, si svolgono analisi di HPCL per misurare le percentuali di THC e CBD.

Secondo i medici e farmaci L’olio è il metodo di somministrazione più sicuro in quanto si conosce esattamente la composizione del medicinale e così facendo la manipolazione del prodotto da parte del paziente viene pressocchè azzerata.

La giornata si è conclusa con la videoproiezione del filmato “Produzione farmaceutica della cannabis per uso medico presso lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare”, a cura del colonnello Antonio Medica, e con la mia voglia di mettere a disposizione di questi “scienziati” tutto l’avere di CanapAle!”

 

 

 

 

 

FONTE: CANAPALE.COM

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