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Gli attivisti, tutti volontari, hanno iniziato a radunarsi intorno alle 7:30 del mattino, in una grigia giornata di gennaio, lungo Massachusetts Avenue, tra Dupont Circle e 20th Street NW.
I volontari, che piano piano arrivavano da ogni dove, dovevano tutti fare un check-in con Rachel , il coordinatore dei volontari per DCMJ, una degli organizzatori della Manifestazione, che aspettava, con un simpatico “pot” acceso, lungo 20th Street, tra Massachusetts Avenue e Q Street NW, indossando un berretto rosso .
Here was the line for the #cannabis smoke-out this morning #Inauguration #Trump420 #Trump #Marijuana @DCMJ2014 !!! pic.twitter.com/PXiZOOUKeU
— MERRY JANE (@MERRYJANE) 21 gennaio 2017
#HappeningNow #MakeAmericaKindAgain @DCMJ2014 is handing out 8000+ joints to push marijuana legalization nationwide. #Inauguration pic.twitter.com/sJmuYvM320
— Q McCray (@ABC7Q) 20 gennaio 2017
I volontari si sono subito divisi in 4 squadre:
ID Checkers – Che controllavano gli ID assicurandosi che tutti siano più vecchi di 21 anni di età
Line & Vibe – Facevano da sicurezza, in modo che la linea rimanesse ordinata sul marciapiede, mantenendo sempre l’umore elevato con battute e simpatici slogan
Media – aiutavano i media per diffondere al meglio la manifestazione
I volontari del corteo – assistevano ad aiutare coloro che portavano “il materiale” per dare via alla manifestazione
Chiusi dentro una “gabbia” arrangiata con paletti e chiusa con elastici gialli, mentre si distribuivano le canne, vicino al Sheridan Circle, si avvisava tutti di fare attenzione, perchè se si sceglie di portare cannabis su terreni federale (come il National Mall), si rischiava l’arresto. Inoltre, se si scegliesse di consumare cannabis (come programmato, a 4 minuti e 20 secondi dall’inizio il discorso di Trump) in terra federale, si rischiava l’arresto.
La frase più ricorrente era senz’altro di un livello di ironia tale da essere pura realtà: “Un modo per rendere “l’America Great Again” è quello di permettere di far crescere agli americani quello che George Washington, una volta, cresceva: CANNABIS!”
Molti, per via del rischio effettivo di arresto, hanno acceso il “regalo” direttamente in piazza, o durante la marcia verso il National Mall, che è partita verso le 10.00 del mattino.
#Trump420 on the march this morning at #InaugurationDay in #DC #cannabis @DCMJ2014 ✊️✊️✊️ pic.twitter.com/VTsWQWFyGO
— MERRY JANE (@MERRYJANE) 21 gennaio 2017
Ma, finalmente, dopo la lunga marcia, ecco che, dopo 4 minuti e 20 secondi esatti dall’inizio del discorso del neoPresidente Trump, gli attivisti più tenaci hanno portato a compimento la protesta!
At exactly 4min 20 seconds into President Trump’s speech, over a 100 cannabis activists lit up on 17th St. #Trump420 #Inauguration #MAGA pic.twitter.com/Us2EcK6LSR
— DCMJ (@DCMJ2014) 20 gennaio 2017
Smoking 4:20 mins into @realDonaldTrump speech #trump420 #deschedule420 @DCMJ2014 @CapitolHemp @Medmaxseeds @NikolasSchiller @rvltn pic.twitter.com/5lWOzPFh0K
— Dank City Growers (@DankCityGrowers) 20 gennaio 2017
Cannabis reform is not a partisan issue, it’s an American issue! #Trump420 #Inauguration #MAGA pic.twitter.com/BInDmkvxJt
— DCMJ (@DCMJ2014) 20 gennaio 2017
Ci racconta a fine giornata uno degli organizzatori: Sono state tre settimane di rollaggio “, esclama sorridendo Alan Amsterdam .
” Distribuendo sigilli alla luce, uniscono le persone. Ciò dimostra che abbiamo tutta l’America che ci sostiene, bianco, nero, giovane, vecchio (…) Questo non è un evento politico. Accogliamo con favore gli appassionati di Trump, o quelli di Clinton o Sanders. Tutti coloro che sostengono la cannabis sono i benvenuti. Il nostro obiettivo è quello di informare il maggior numero di persone che la cannabis è legale qui (a Washington DC) e dovrebbe esserlo ovunque, ed abbiamo intenzione di farlo notare in questo modo. Il nostro messaggio a Donald Trump è semplice: non toccare la legge qui e da altre parti, al massimo solo per migliorarla “, ha sottolineato convinto e motivato da un giusto spirito di libertà.
“La mattina è andata bene; era molto tranquilla, ” afferma il DCMJ co-fondatore Adam Eidinger. “Abbiamo avuto un sacco di sostenitori di Trump, che sono stati mescolati con quelli che non erano lì per sostenere Trump. Ma nessuno era in combattimento con altri; era come un dipinto di Norman Rockwell. “
“I volontari hanno distribuito le canne dall’interno di una cella pseudo-prigione, che è servita per illustrare che la prigione è ancora la conseguenza della proibizione della marijuana negli Stati Uniti. Il possesso di piccole quantità di marijuana è diventato legale nel distretto di Columbia nel 2015 e mentre 29 stati hanno legalizzato la marijuana medica con otto che hanno legalizzato l’uso ricreativo, la cannabis è ancora una sostanza controllata ai sensi del diritto federale.”
Anche noi dell’Associazione FreeWeed ci siamo “uniti” simbolicamente alla loro protesta, diffondendola e, grazie ad un amico negli Stati Uniti che supporta l’Associazione, “un attivista negli USA”, siamo riusciti a raccontare questa fantastica giornata di protesta popolare, un’affermazione di una rivoluzione incontenibile.
Vi lasciamo con un collage di foto dell’evento, augurandoci la stessa partecipazione negli eventi nazionali italiani!
Da un amico di FreeWeed negli USA