Odore di cannabis nella nuvola Microsoft

Articolo di Stefano Mariani

Microsoft è ufficialmente entrata nel cannabusiness attraverso una partnership stretta con Kind Financials. Gli accordi prevedono lo sviluppo di soluzioni software per l’adeguamento dei processi produttivi alle normative statali, locali, e un giorno federali.

Una società di Kind Financials installerà sulla “nuvola” di Microsoft una nuova piattaforma software per la gestione integrata della produzione di cannabis. L’infrastruttura Microsoft Azure personalizzata per gestire via telematica i rapporti con le istituzioni ospiterà una serie di software applicativi sviluppati da terze parti per la gestione del cannabusiness, dal seme al prodotto sullo scaffale e oltre.

La piattaforma cloud Azure costituisce un business strategico per Microsoft, come le soluzioni equivalenti offerte da Google e molti altri fornitori di servizi informatici. In sintesi, Microsoft sta apertamente offrendo l’intera gamma dei suoi servizi infrastrutturali e applicativi all’industria della cannabis. Ma cosa possono fare i coltivatori americani con Microsoft Azure?

Su una buona nuvola informatica si possono creare app e servizi online di tutti i tipi per dipendenti, coltivatori, venditori, clienti, pazienti. E poi archiviare e analizzare grandi quantità di dati importanti per la gestione del business e la competitività dei prodotti. Il mantenimento di un database è costoso e complesso per una piccola o media azienda. Con i servizi cloud di Microsoft, Google o altri, anche un piccolo dispensario può conservare e analizzare dati di business come fosse una grande azienda e cogliere indicazioni utili per i propri affari.

Utilizzando pratiche già preconfezionate su cloud, ma ulteriormente personalizzabili, l’azienda cannabica può definire con precisione processi produttivi, di controllo, vendita, assistenza ai clienti. Processi ottimizzati nei costi e adatti a ciascun quadro normativo di riferimento, capaci di produrre in automatico tutta la documentazione necessaria. L’elenco delle applicazioni può continuare con tutte le altre funzioni tipiche di un grande sistema informatico aziendale, però adattato alle esigenze di qualsiasi piccola impresa.

Poiché la piattaforma Microsoft funziona, c’è da aspettarsi che molte aziende del cannabusiness americano e canadese utilizzeranno questi servizi nei prossimi anni. A seguire, forse, Spagna e altre nazioni europee. Ovviamente ci aspettiamo che Google non stia a guardare. Il motore di ricerca è il principale concorrente globale di Microsoft sui servizi cloud, dove dati e applicazioni escono dai nostri computer per migrare sui loro server. Qualcuno pensa che Google lasci uno dei business miliardari dei prossimi anni nelle mani del solo ecosistema Microsoft?

Due dei principali monopolisti dell’informatica si proporranno quindi al mercato della cannabis come fornitori mondiali di servizi integrati, insieme a una costellazione di sviluppatori software (in)dipendenti. Anche la nostrana Telecom offre servizi cloud, quindi un giorno gli eventuali monopolisti italiani della cannabis sceglieranno se affidare il proprio cloud ai big d’oltreoceano, con tutte le loro competenze ben consolidate, oppure agli sgarruppati sviluppatori italici ex-statali.

Oppure esistono altre possibilità per la cannamatica?

Forse. Lo vedremo in un prossimo articolo.

 

Articolo di Stefano Mariani

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