Sembra una notizia del 1937 americano, o del 1948 italiano.
Invece, quasi 80 anni dopo l’inizio del proibizionismo, ecco presentarsi come Candidato per la gestione del Dipartimento Politiche Antidroga Lorenzo Fontana e le sue folkloristiche dichiarazioni di “guerra”.
In realtà più che un candidato, è già la persona scelta per ricoprire il ruolo nella legislatura numero diciotto.
“Il decreto è pronto, ma non ancora firmato. Però credo che la delega per la lotta alle tossicodipendenze verrà assegnata a me”: questa la dichiarazione del Ministro della Famiglia Lorenzo Fontana a La Stampa, che continua “Ho già incontrato i funzionari del Dipartimento per le Politiche antidroga”.
Le sue dichiarazioni sono già di livello, e segnano una specie di ritorno ad un passato mai abbandonato:
“Purtroppo le persone con dipendenza da droghe stanno aumentando, mentre l’attenzione cala. Di droga si parla meno. In passato, il ‘tossico’ devastato dall’eroina lo vedevi. Oggi il consumo è molto più diversificato, capillare, nascosto, quindi meno evidente”.
I primi lavori in agenda sono in linea con le sue dichiarazioni: “potenzierà a tutti i livelli l’azione delle forze dell’ordine, dal contrasto allo spaccio alla guerra al traffico internazionale“.
Poi uno spunto di riflessione, che tocca “le droghe ‘fatte in casa’, quelle che chiunque può prodursi in cucina seguendo le istruzioni su Internet” e si dice pronto a prendere ispirazione “da quel che si è fatto all’estero, dove qualche politica antidroga ha avuto successo”.
Ed ecco la tanto attesa dichiarazione sulla Cannabis: «Non liberalizzerò la cannabis, mi metto nei panni dei genitori, non credo vorrebbero che i loro figli fumassero»
Glissiamo sul commentare questa dichiarazione, evidentemente indotta esclusivamente da antiquate ideologie.
Ma le proposte assurde continuano:
«Lavori socialmente utili per chi viene scoperto a consumare droghe».
Si fa notate che molte persone sono detenute per reati legati alle sostanze illecite, e la risposta è stata disinvolta e spiazzante: «Sì, ma stanno in galera perché hanno commosso reati, e ci devono rimanere».
Posizioni terrificanti, senza alcun senso logico e senso storico, senza riferimenti scientifici adeguati ed ancorate esclusivamente a pregiudizi ideologici superati dalle evidenze sociali.
Il Governo del “Cambiamento” è in questo modo che intende affrontare un tema di rilevanza sociale nazionale?
Lasciando in mano tutto il mercato alle narcomafie, criminalizzando e reprimendo il consumatore (che è una persona, non un oggetto, caro Ministro Fontana) e proseguendo con un proibizionismo illogico ed irrazionale?
Sarebbe ora che il Movimento 5 Stelle rispondesse su questo tema, abbiamo già inviato diversi appelli nelle scorse settimane, e non smetteremo di chiedere chiarimenti su queste scelte.
FreeLance Journalist