Ed ecco che accade quanto, da tempo, ci attendevamo.
L’Organizzazione delle Nazioni Unite ha esposto la sua posizione pubblica per quanto riguarda la regolamentazione della Cannabis: “contravviene alla Convenzione sugli Stupefacenti del 1961″.
L’ONU ha allertato il 1° marzo 2018 sul fatto che in Sudamerica è in atto una crescente tendenza a liberalizzare l’uso medico e ricreativo della cannabis, liberalizzazione stimolata dall’alta disponibiità di cannabis nella regione.
Secondo l’ONU questo fatto potrebbe ridurre “la percezione dei rischi che sono collegati al consumo di questa droga.”
Argentina, Colombia, Paraguay e Perù “hanno delle iniziative in corso per regolamentare la vendita di cannabis a fini terapeutici”, ricorda la nota informativa annuale dell’INCB (Organismo internazionale per il controllo degli stupefacenti), pubblicata a Vienna.
“La disponibilità di cannabis nella regione continua ad aumentare, stimolata da politiche e iniziative legislative per autorizzare e regolamentare l’uso di cannabis a fini terapeutici e non, in vari Stati, fatto che riduce la percezione dei rischi associati al suo consumo”.
In quanto all’Uruguay, dove a luglio del 2017 è cominciata la vendita di cannabis ad uso ricreativo nelle farmacie, l’INCB evidenzia che questo Paese contravviene alla Convenzione Unica sugli Stupefacenti del 1961, emendata dal Protocollo del 1972.
Andiamo a vedere nel dettaglio questa Convenzione cosa esprime:
La convenzione unica sugli stupefacenti del 1961 (in lingua inglese Single Convention on Narcotic Drugs) è un trattato internazionale che vieta la produzione e la fornitura di specifiche sostanze stupefacenti e di farmaci con effetti affini (tra cui la cannabis e derivati), eccetto che dietro licenza e per scopi specifici, come ad esempio cure mediche e di ricerca.
Qui trovate la lista dei firmatari, dove, nel 1975, trovate anche l’Italia, purtroppo.
Purtroppo, come preavvisato da tempo, qualsiasi regolamentazione internazionale si schiererebbe evidentemente contro questa convenzione e pertanto il Paese potrebbe essere “richiamato all’ordine” dall’ONU e dai suoi organismi istituzionali.
L’INCB, organismo delle Nazioni Unite incaricato di sovrintendere all’applicazione dei trattati in materia di droghe, spera infatti che il governo uruguayano, in un “prossimo futuro”, faccia una valutazione sulle conseguenze che la liberalizzazione della cannabis hanno sulla salute pubblica (!? ci risultano solo enormi vantaggi, sembra incredibile che un organismo come L’ONU non riesca ad ottenere dati precisi ed analisi super-partes).
In una dichiarazione all’agenzia stampa EFE, il presidente dell’INCB, il thailandese Viroj Sumyai, ha evidenziato, ancora una volta, che le convenzioni “stabiliscono che queste sostanze devono essere usate solo a fini medici e scientifici”.
“C’e’ una percezione equivoca che sostiene che la cannabis non faccia male. Quando parliamo di fumare marijuana, è pericoloso, cosi’ come quando parliamo di fumare tabacco. Spesso ci sono componenti chimiche pericolose nella cannabis”.
Nel futuro, “per chi fuma la cannabis a fini ricreativi, potrebbe trasformarsi in un problema di salute pubblica”, ha aggiunto Sumyai. (FONTE: agenzia Efe)
Riteniamo che queste parole siano incredibilmente errate, non supportate da fatti nè da documentazioni scientifiche, che anzi esprimono con prove e studi l’esatto contrario.
Sarebbe urgente e necessaria una ulteriore valutazione di questi trattati ed un loro aggiornamento sulle basi degli studi scientifici che si sono diffusi dal 1972 ad oggi, 2018. Quanto meno per allinearsi alle evidenze scientifiche, essendo l’ONU un organismo internazionale con dei precisi scopi sociali, che di seguito elenchiamo dal loro Statuto, volendo porre l’accento sul punto 5, evidentemente compromesso con queste dichiarazioni:
L’articolo 1 e 2 dello Statuto delle Nazioni Unite riassumono gli scopi e i principi che l’organizzazione internazionale si è prefissata:
- Mantenere la pace e la sicurezza internazionale;
- Promuovere la soluzione delle controversie internazionali e risolvere pacificamente le situazioni che potrebbero portare a una rottura della pace;
- Sviluppare le relazioni amichevoli tra le nazioni sulla base del rispetto del principio di uguaglianza tra gli Stati e l’autodeterminazione dei popoli;
- Promuovere la cooperazione economica e sociale;
- Promuovere il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali a vantaggio di tutti gli individui;
- Promuovere il disarmo e la disciplina degli armamenti;
- Promuovere il rispetto per il diritto internazionale ed incoraggiarne lo sviluppo progressivo e la sua codificazione.
384 Visualizzazione Totali, 1 Visualizzazioni di Oggi
No responses yet