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E’ evidente che serva una legge per tutelare i consumatori ed i coltivatori di cannabis per uso personale; siamo nel 2019 e basta guardare in altri Paesi per avere delle certezze oltre che importanti esempi funzionanti sia socialmente che politicamente.
E’ altrettanto evidente che serva una legge per ampliare l’uso medico della cannabis, con più agevolazioni, con più prodotti, con più disponibilità al supporto specialistico.
Parimenti è evidente che serva una legge per garantire il commercio dei derivati della cannabis, sia essa “industriale” (certificata per uso industriale) o sia essa “ricreativa” (ossia per qualunque uso senza porsi il problema); anche qui abbiamo numerosi esempi nel mondo.

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Ordunque perchè non chiedere tutti la stessa identica azione politica?

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Perchè frammentarsi in richieste temporanee e/o settoriali?

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SE venisse approvata una legge solo “terapeutica”, vi sarebbe il rischio concreto che il tutto rimanga nelle mani di qualche azienda autorizzata, magari lasciando il paziente in balia “dell’autorizzazione alla prescrizione” (sempre complessa in Italia) e magari mantenendo per gli stessi pazienti pochi ed esclusivi strain predeterminati.

Legittimo, sicuramente, per i pazienti che ne hanno necessità immediata, ma certamente limitativo.

Ci sarebbero solo enormi vantaggi a determinare un sistema parallelo di liberalizzazione totale, dove chi volesse potrebbe usufruire della cannabis, nella varietà e nella quantità e qualità che preferisce, usufruendo, se lo necessitasse, anche di un supporto medico specialistico. Più varietà, più disponibilità, più interazione, più studi, più ricerca, più funzionalità della sanità pubblica e privata.

SE venisse approvata una legge solo “industriale”, vi sarebbe il rischio concreto che il tutto rimanga su un piano di “dubbio” per quanto riguardasse il consumo umano: ancora non è chiaro come agirebbero le FF.OO. in caso di guida sotto effetto rilevato di cannabis “industriale” con tracce nelle urine di THC; non abbiamo ancora segnalazioni diretti di questi avvenimenti. Parimenti si rischierebbe di accontentarsi di modifiche laterali ad una legge, la 309/90, senza andare a colpire il vero punto focale a livello sociale e politico, ma valutando la situazione da un punto di vista di necessità economica attuale.

Legittimo, sicuramente, per gli operatori del settore, ma certamente limitativo.

Immaginate la libertà di poter coltivare e commerciare qualunque tipologia di cannabis, con qualsiasi contenuto di cannabinoidi purchè indicato sul confezionamento. Immaginate che sviluppo economico, che apertura lavorativa, che avanzamento tecnologico ed imprenditoriale.

Proprio per superare queste divisioni che da troppo tempo accompagnano gli antiproibizionisti a livello di espressione politica, ecco che in collaborazione con numerose realtà sociali ed aziendali è nato il Manifesto per la Cannabis Libera, contenente una proposta di legge che tende ad affrontare unitamente tutti questi punti e superarli in una nuova normativa condivisa dalla società civile.

#FinoAllaLibertà

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Un pensiero su “L’importanza di lottare per la Liberalizzazione della Cannabis”

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