
Licenziato in tronco. Come non accade praticamente mai nella pubblica amministrazione.
E il suo è un nome di quelli che non si dimenticano.
Giovanni Serpelloni da venerdi 30 gennaio 2015 non è più responsabile del dipartimento Dipendenze dell’Ulss di Verona, ovvero l’Unità locale socio sanitaria chiamata altrove Asl.
Il provvedimento disciplinare, preso “per giusta causa” dal direttore generale Maria Giuseppina Bonavina, non va a colpire un dirigente qualunque; Serpelloni è stato infatti a capo del dipartimento Politiche antidroga di Palazzo Chigi dal 2008 fino all’anno scorso. Chiamato a Roma direttamente da Carlo Giovanardi, ex sottosegretario a Droga e Famiglia, in passato è stato al centro di polemiche perché da responsabile del dipartimento ha fatto da spalla alle politiche proibizionistiche inaugurate dalla famosa Legge Fini-Giovanardi (decaduta solo l’anno scorso, il 12 febbraio 2014).
Dopo che lo scorso aprile non è stato riconfermato nel suo ruolo direttivo dal governo Renzi, Serpelloni era ritornato a Verona. Aveva ripreso la sua posizione al vertice del Sert, fino al licenziamento di ieri, che arriva in seguito a un’intricata vicenda sulla proprietà intellettuale di un software.
Stessa sorte aveva colpito 24 ore prima un suo storico collaboratore, il dirigente medico Oliviero Bosco, mentre risale a novembre l’allontanamento di Maurizio Gomma, che aveva diretto il dipartimento delle dipendenze negli anni in cui Serpelloni era stato a capo del Dipartimento antidroga del governo sotto i governi Berlusconi, Monti e Letta, lasciato a casa dopo le indagini che hanno portato la Guardia di Finanza a ispezionare nei mesi scorsi gli uffici dell’Ulss per alcune collaborazioni attivate dal servizio Dipendenze.
Nel giro di poche settimane, Serpelloni e il suo team sono stati spazzati via dal Sert che avevano contribuito a trasformare in una struttura di rilievo nazionale, gestendo numerosi progetti governativi e comunitari.
In particolare dunque sotto accusa è finita una convenzione con l’associazione European institute for health promotion di Verona, il cui comitato scientifico è costituito, tra gli altri, da Bosco e Gomma, oltre che da Bruno Genetti, consulente del dipartimento politiche antidroga e socio di Explora, una società che ha collaborato in alcuni progetti voluti da Serpelloni nel periodo romano. È questo un periodo in cui Serpelloni poteva contare per le politiche antidroga su finanziamenti da svariati milioni di euro. Almeno 52 milioni tra il 2010 e il 2013, secondo quanto dichiarato da lui stesso nel curriculum, molti dei quali investiti in progetti il cui coordinamento operativo era affidato proprio alla Ulss di Verona. Con lo svolgimento di alcuni servizi finito ‘in appaltato’ anche allo European institute for health promotion.
Se Gomma aveva dunque pagato alcune contestazioni per una convenzione con l’associazione Eihp (su cui è aperta anche un’indagine della procura di Verona) per la gestione di alcuni progetti del Sert, a Serpelloni e Bosco verrebbe imputato di aver promosso – per altro con l’assistenza del Codacons, e insieme anche a Gomma – un ricorso al Tar e un esposto alla procura contro la stessa direttrice dell’Usl 20 per «violazione dei diritti costituzionali e abuso di potere mediante l’attivazione di ingiusti provvedimenti disciplinari», chiedendone la rimozione dall’incarico.
Una dichiarazione di guerra che, al momento, gli si è ritorta contro nel modo più clamoroso.
La diatriba riguarda un software clinico ideato dagli stessi medici del Sert, che ne rivendicavano i diritti intellettuali e avevano per questo chiesto agli sviluppatori della Ciditech – che lo aveva venduto in tutta Italia e ne curava la manutenzione – una somma di 100mila euro «a saldo forfettario e risarcitorio».
La somma sarebbe stata poi versata all’Usl 20, ma per Bonavina, i tre non avevano alcun titolo per avanzare simili richieste: erano piovute sospensioni, poi commutate in sanzioni pecuniarie ed ora il licenziamento.
Il software conteso – il caso
Al centro del caso Serpelloni c’è un software, chiamato Mfp, sviluppato nel corso degli anni all’Ulss di Verona, ma utilizzato anche in altre aziende sanitarie per gestire i dati sui consumatori di stupefacenti.
Serpelloni e i suoi collaboratori ne hanno rivendicato i diritti intellettuali, scontrandosi con la direzione generale dell’Ulss.
La vicenda a luglio aveva già portato alla sospensione di sei medici, tra cui Serpelloni, che aveva poi convertito la sospensione dal servizio per due mesi e mezzo in una sanzione da 23mila euro. Nelle settimane successive il conflitto non si è per nulla placato, visto che Serpelloni e alcuni colleghi, con l’appoggio del Codacons, hanno presentato un ricorso al Tar per lesione dei diritti degli autori e un esposto in procura contro i provvedimenti disciplinari.
E proprio quanto riportato nella querela è stato causa del licenziamento, visto che, secondo la direzione generale, ha consentito di venire a conoscenza di irregolarità commesse contro l’amministrazione.
Serpelloni ha reagito duramente: «Il licenziamento da me subito è semplicemente sconcertante, ed è peraltro l’ultimo episodio di diversi provvedimenti vessatori che sono stati adottati dall’amministrazione dell’Ulss20 ai danni miei e dei medici che con me collaborano».
«Il licenziamento è basato su elementi privi di ogni fondamento e su circostanze macroscopicamente false», afferma Serpelloni, «si tratta dunque di un atto del tutto illegittimo, adottato con chiaro abuso di potere, in merito al quale mi sono già rivolto alla Procura perché svolga i doverosi accertamenti, e valuti gli eventuali profili di rilievo penale».
Ieri sera lo stesso Serpelloni voleva recarsi al Sert per prendersi gli effetti personali ma ha trovato le serrature cambiate e l’impossibilità di accedere agli uffici: «Ho prestato la mia assistenza per moltissimi anni presso la Ulss 20 e alte amministrazioni delle Stato, ricoprendo incarichi di vertice e raggiungendo, assieme al mio gruppo, livelli di eccellenza: questo può aver dato fastidio a molti, ma non permetteremo che un deliberato ostracismo politico, portato avanti da persone prive di scrupoli con comportamenti ormai intollerabili, ci impedisca di proseguire il lavoro e i progetti che abbiamo sempre portato avanti con entusiasmo ed impegno».
Dall’Ulss fanno sapere che i licenziamenti sono arrivati dopo quattro mesi di verifiche, il cui esito ha portato alla “risoluzione del rapporto di lavoro per giusta causa”.
E proprio venerdi 30 gennaio, subito dopo aver firmato il terzo licenziamento, che azzera di fatto un’intera generazione del Sert tra polemiche e scontri, il Direttore Generale Bonavina ha deciso di riorganizzare il Servizio.
In una nota dell’Ulss infatti rende noto che viene compiuto un «passo significativo nel miglioramento assistenziale».
E subito nomina i successori: «Da sabato 31 gennaio il dottor Pietro Madera e il dottor Marco Faccio assumono il Coordinamento delle Attività del Servizio delle Dipendenze dell’Azienda Ulss 20. La dottoressa Marina Malena ha già assunto il coordinamento delle attività del Centro delle Malattie Diffusive».
«Questa riorganizzazione», prosegue il comunicato ufficiale dell’Ulss, «garantisce tempestivamente la continuità assistenziale per tutti gli utenti in carico e costituisce, data la qualità dei professionisti incaricati, un passo significativo nel programma di miglioramento assistenziale. Accessi ed orari delle attività rimangono invariati».
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