Lettera Aperta ai Presidi, agli Studenti ed alle loro Famiglie

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LETTERA APERTA AI PRESIDI, AGLI STUDENTI E ALLE LORO FAMIGLIE

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Roma, 27 novembre 2017

L’Associazione FreeWeed Board con questa lettera intende rivolgersi ai Presidi della Capitale, agli Studenti e alle loro Famiglie, ma più in generale al Sistema Scolastico Italiano.
Dopo i recenti fatti avvenuti al Liceo Classico “Virgilio” di Roma, apparsi e discussi su tutti i media nazionali, che raccontano di occupazioni, party, droga, sesso e bombe carta all’interno dell’Istituto, lunedì 20 Novembre, sul Messaggero è apparso un articolo dai toni allarmistici titolato “Scuole, i presidi di Roma: Mandateci i cani antidroga”.
La nostra Associazione FreeWeed, concorde nel condannare i fatti e nel giudicare sbagliata e pregiudizievole della salute qualsiasi condotta di consumo di sostanze nella fase adolescenziale, non condivide, però, la soluzione invocata da Mario Rusconi, presidente dell’associazione Nazionale Presidi a Roma, il quale ha dichiarato: “Servono controlli improvvisi e capillari, con cani antidroga per escludere il consumo e lo spaccio di stupefacenti tra i giovani” e chiede la firma di un protocollo congiunto per avviare controlli ciclici e generalizzati negli istituti superiori della Capitale. La delegata della città Metropolitana alla scuola per il Movimento 5 Stelle, Teresa Zotta, non sembra escludere questa possibilità che sarà discussa nella riunione di mercoledì 29 novembre con i presidi capitolini.
La nostra Associazione promuove da sempre la necessità di interrompere il clima di repressione in favore di un dialogo costruttivo in materia di stupefacenti, teso a favorire consapevolezza del sé e delle sostanze in circolazione.

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Un obiettivo basilare che la scuola dovrebbe condividere e perseguire con l’ottica di educare e stimolare lo studente al pensiero critico e cosciente.
Da anni, ormai, i cani nelle scuole sono tristemente diventati una consuetudine, basta il sospetto che uno studente faccia uso di sostanze per sottoporre un intero istituto a perquisizione, senza nessuna distinzione, ogni studente viene considerato un potenziale spacciatore o consumatore per l’unica ragione di essere all’interno della scuola.

Ora addirittura si arriva a chiedere controlli ciclici e stabiliti a prescindere anche dal benché minimo sospetto.
Siamo dell’opinione che queste condotte repressive entrino in conflitto con principi costituzionali e con il rispetto anche dei diritti fondamentali dell’uomo.
I docenti e, a maggior ragione, i presidi hanno il diritto di svolgere il proprio compito senza interferenze esterne ed il dovere di tutelare i diritti degli alunni affidati alla scuola.
Ai Presidi vorremmo ricordare che l’art. 13 della Costituzione Italiana sancisce che “La libertà personale è inviolabile” e “non è ammessa forma alcuna di detenzione, ispezione o perquisizione personale se non per atto motivato dall’autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge”.
Avallando la richiesta del Sig. Rusconi si andrebbe incontro ad una palese violazione di un principio costituzionale che già con le modalità ad oggi applicate è fortemente compromesso.
Ricordiamo inoltre che il TU 309/90 all’art. 103 comma 1 ammette controlli ed ispezioni negli spazi doganali, aree molto differenti da una scuola, ed al comma 2 aggiunge che le FFOO “possono procedere in ogni luogo a controlli ed ispezioni di mezzi di trasporto, bagagli ed effetti personali se c’è il fondato motivo che vi siano sostanze stupefacenti” in evidente riferimento a luoghi di transito.

La scuola è un luogo aperto al pubblico ma non ha certo quella valenza di spazio di passaggio tipica di porti, stazioni o aeroporti dove è legittimo il sospetto di traffici illeciti.
La firma di un tale provvedimento non incontra quindi giustificazioni neanche nel TU 309/90.
Chiediamo all’Associazione Nazionale Presidi e al corpo insegnanti tutto, di provare a pensare ad un diverso modo di intendere la lotta agli stupefacenti negli Istituti scolastici, privilegiando una logica educativa ampia, oltre le droghe, concentrandosi su tutte quelle criticità e fragilità tipiche dell’età adolescenziale favorendo un clima di dialogo con l’ausilio di figure professionali e progetti educativi e formativi che aiutino i ragazzi in una fase così delicata come quella della crescita.
La scuola ha a disposizione strumenti unici e ricopre un ruolo fondamentale ed incisivo nel percorso di crescita di un ragazzo, è il luogo preposto all’educazione e alla formazione del cittadino, metodi repressivi e controlli immotivati contribuiscono solo a creare un clima di sospetto e paura tra i ragazzi ed odio ingiustificato nei confronti delle FFOO, del sistema scolastico e delle istituzioni. Un sistema totalmente sbagliato e da ripensare a partire dalle basi.
Dal nostro punto di vista bisognerebbe affrontare il problema con razionalità, con interventi incentrati sulle difficoltà irrisolte partendo dai rapporti interpersonali, quelli familiari, dalla scarsa autostima prima ancora che sulle droghe. L’intervento delle FFOO dovrebbe rappresentare l’extrema ratio e comunque risulterebbe efficace solo nel momento in cui fosse inserito all’interno di un percorso complesso, fatto di formazione, prevenzione, ascolto verso i ragazzi, evitando azioni puramente dimostrative come appunto l’uso dei cani antidroga.
Alle famiglie degli studenti, legittimamente interessate ad assicurare ai propri figli un ambiente sicuro e sano, chiediamo se realmente è questa la soluzione da auspicarsi. Carabinieri che irrompono nelle aule, cani che annusano i vostri ragazzi, i loro zaini, sguardi inquisitori ad interrogarli, il tutto senza neanche il bisogno di un sospetto di reato. Qual è il messaggio educativo dietro queste azioni? “Non ci fidiamo di voi quindi aspettatevi tutto questo in qualsiasi momento”, e questo è un messaggio profondamente errato, su tutti i piani sociali.
Domenico Chionetti, portavoce della comunità di San Benedetto al Porto ha dichiarato: “un ragazzo che viene beccato da un cane che gli annusa nello zaino e gli trova 4 gr di hashish sarà condannato dalla scuola e isolato dai compagni di classe che avranno paura a relazionarsi con lui” o al contrario aggiungiamo noi, in contesti sociali difficili, quel ragazzo potrebbe essere idolatrato azionando meccanismi incontrollabili.

La nostra Associazione non vuole solo criticare le condotte attuali, evidenziandone le negatività, ma proporre soluzioni sociali utili ad una presa di coscienza della situazione e ad un effettivo miglioramento sociale; la repressione sistematica è chiaramente la strada peggiore percorribile, che confidiamo non venga adottata, preferendo soluzioni all’avanguardia e che si basino sull’interazione sociale e su uno sviluppo educativo, mettendo la “singola persona” al centro del progetto.

 

Associazione FreeWeed Board

 

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