Lettera al Ministro della Salute Giulia Grillo sulle normative riguardanti la Cannabis in Italia

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Onorevole Ministro Giulia Grillo, Le scriviamo questa lettera per sottolineare l’importanza di una riforma normativa completa sulla cannabis, su tutti i livelli.

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Nel Suo ruolo di Ministro della Salute sarà sicuramente a conoscenza delle recenti conferme scientifiche riguardanti la cannabis, che certificano che sia considerata sostanza “sicura” a livello medico scientifico; le riportiamo una ricerca, datata primo giugno 2016 pubblicata su Jama Psichiatry dove si certifica che l’utilizzo cronico di cannabis non provochi alcun danno alla salute se non un aumento di frequenza della parodontite (chiaramente imputabile alla combustione).

(Fonte: https://jamanetwork.com/journals/jamapsychiatry/fullarticle/2526003)

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Il sistema fisiologico su cui agisce la cannabis viene definito sistema endocannabinoide ed è presente negli organismi animali da circa 600 milioni di anni e, a conferma della sua importanza evolutiva, le cellule del nostro corpo sono in grado di sintetizzare su richiesta e di degradare ove necessario queste molecole, di cui la principale endogena è stata denominata Anandamide, che in Sanscrito significa Beatitudine Interna.

Studi sui topi hanno dimostrato come il knock-out del gene codificante i recettori per i cannabinoidi impedisca, di fatto, la riproduzione ai piccoli roditori ed analogamente nell’uomo (review 2003-2010-2012) come ha avuto modo di riportare il Dr. Simone Fagherazzi, laureato in medicina e chirurgia alla Università di Padova, in un esame accademico.

Quello di cui parliamo, come Lei conosce bene, è quindi un sistema intimamente correlato alla fisiologia umana su cui agisce come un modulatore.

I recettori finora scoperti sono disseminati in tutto il corpo e le vie molecolari che sottendono alla loro regolazione si stanno verificando essere le più svariate e questo ne rende l’eventuale utilizzo terapeutico molto più esteso rispetto alle condizioni “riconosciute ufficialmente”.

Il prof Ethan Russo, scienziato tra i massimi esperti mondiali in tema di cannabinoidi, ha pubblicato nel 2015 l’ipotesi di una sindrome da deficienza di endocannabinoidi presente in forma locale (come ad esempio nel glaucoma) o in forma sistemica (come ad esempio nella fibromialgia). Tale considerazione si basa sull’assunto da parte del professore, che il nostro organismo, per essere in salute, debba avere un “tono” corretto del sistema endocannabinoide, quindi una corretta modulazione.

La pianta di cannabis, al contempo, presenta un fitocomplesso estremamente ricco, più di 600 le sue componenti, le quali agiscono sinergicamente sui recettori finora identificati.

La pianta di cannabis ha infinite varietà “caratteriali” esattamente come l’essere umano che la assume che deve quindi rendersi responsabile della ricerca del proprio equilibrio, fonte del proprio benessere e della propria terapia, e quindi della propria salute.

Lo stato e le varie convenzioni internazionali indicano come diritto fondamentale dell’uomo quello alla salute e l’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la “Salute” non solo come assenza di malattia ma come “pieno benessere fisico psichico e sociale dell’individuo”.

Per superare l’impasse che si è creata, riguardante sia la legge 242 sia il necessario superamento dell’inadeguata normativa 309/90, che ancora penalizza il coltivatore e consumatore per uso personale, abbiamo redatto, insieme a decine di realtà territoriali e centinaia di attivisti, una proposta collettiva di riforma normativa riguardante la cannabis.

Proponiamo dunque una necessaria ed immediata modifica normativa alla recente legge 242/2016 che permetta la destinazione del prodotto per “consumo umano”, attestando che sia ammesso regolarmente ogni prodotto contenente THC in misura inferiore allo 0,6%, limite di tolleranza che rimane invariato per le coltivazioni destinate ad uso industriale e permettendo, tramite un emendamento alla normativa, agli agricoltori italiani di coltivare qualsiasi tipologia di semente purché il raccolto rimanga sotto la soglia dello 0,6%, certificata tramite analisi specifiche successive al raccolto.

Siamo assolutamente contrari a qualsivoglia tipologia di monopolio, sia sulla coltivazione sia sulla vendita.

Inoltre, data la necessità di un intervento a livello di normativa sulla vendita del prodotto e sulla “sicurezza” dello stesso che andrà ad essere consumato, abbiamo redatto un codice di autoregolamentazione etica che è già in vigore in oltre 10 realtà aziendali italiane.

Il codice è il seguente, rispettato finora punto per punto.

BASI ETICHE:

– Utilizzare un nome del prodotto (e della azienda) che non sia ingannevole nella destinazione di uso attualmente permessa dalla legge.

– Vietata vendita ai minori di 18 anni ed evitare packaging che possano attirare minori

INDICAZIONI DI PROVENIENZA E TRACCIABILITÀ’

– Indicare il luogo di coltivazione*

– Indicare i metodi di coltivazione*

– Indicare la Data di raccolta del prodotto*

– Indicare il nome del produttore e dell’eventuale distributore*

– Indicare il numero del Lotto, il peso complessivo del prodotto e la varietà di semente usata, allegando nel foglietto illustrativo scansione del cartellino originale.*

– Indicare il Metodo di essiccazione (sul foglietto illustrativo e/o sul sito web del prodotto)

– Indicazione delle modalità di preparazione del prodotto (sul foglietto illustrativo e/o sul sito web del prodotto)

INDICAZIONI DI SICUREZZA

– Indicare che si tratta di Sostanza non stupefacente secondo la normativa 242/2016*

– Indicare di non ingerire, non inalare, non assumere in alcun modo il prodotto. (questa indicazione andrebbe finalmente ad essere eliminata se venisse garantito l’uso “umano” del prodotto)

– Indicare che il prodotto non è un farmaco, né può essere usato in sostituzione di farmaci o per scopo terapeutico, sia sull’etichetta che nelle pubblicità*

– Indicare in etichetta le percentuali dei cannabinoidi THC e CBD e/o il numero del rapporto di prova e/o una sua sintesi, allegando le intere analisi, svolte tramite Cromatografia liquida – spettrometria di massa ad alta risoluzione HPLC-MS, obbligatoriamente nel foglietto illustrativo e/o sul sito web eventuale del prodotto*.

– Allegare nel foglietto illustrativo le seguenti analisi:

1) Sicurezza microbiologica: Profilo microbiologico completo comprensivo di muffe (costo indicativo 80-100 euro)

2) Sicurezza sostanze nocive: profilo metalli pesanti (costo indicativo 40-50 euro)

3) Sicurezza pesticidi: analisi multiresiduale (costo indicativo dai 150 ai 300 euro, dipendente dal laboratorio)

4) Sicurezza Micotossine: – analisi micotossine (costo indicativo 100 euro per le principali b1,b2,zearalenone, ocratossina A, ecc)

FACOLTATIVO: Analisi terpenica in SPME e GC-MS (tecnica che rileva la reale fotografia del fitocomplesso)

  • Indicare nel foglio illustrativo che il contenuto totale di THC, che può essere rilevato tramite eventuali successivi controlli, viene calcolato come la somma tra il contenuto di THC-A moltiplicato per 0,87 e sommato al contenuto netto di THC. (Formula: THC TOTALE= (THC-A x 0,87) + THC )

– Indicare di Non separare il contenuto dalla confezione e dai foglietti illustrativi e di Non trasportare confezioni aperte. Indicare che la detenzione o la separazione del contenuto dalla confezione con un uso diverso da quello indicato per legge può comportare controlli ed accertamenti previsti dal DPR 309/90 e che l’assunzione potrebbe provocare positività ai test per il THC previsti dalla 309/90 e dall’Art. 187 del C.D.S. (Con la riforma normativa che andiamo a proporre questo punto dovrebbe essere eliminato, finalmente)

  • Indicare di Tenere fuori dalla portata dei bambini.

Con l’introduzione di queste regolamentazioni si andrebbe a certificare un mercato salutare per il consumatore e sicuro per lo Stato Italiano.

La normativa rimarrebbe invariata ma verrebbero introdotte queste discriminanti importanti, permettendo il “consumo umano” e quindi garantendo al consumatore l’obbligo di ricevere dal venditore analisi specifiche sui prodotti nel rispetto del codice di autoregolamentazione etica e, parimenti, permettendo coltivazioni di canapa industriale senza obbligo di certificazione della semente pur rimanendo fermo l’obbligo di non superare il limite dello 0,6% di THC presente nel raccolto finale.

Siamo a conoscenza che per garantire il consumo del prodotto ricavato da coltivazioni di canapa industriale, aventi principio attivo sotto lo 0,6%, e per svincolare realmente la possibilità di coltivare qualunque genetica non rimanendo ancorati a quelle iscritte nell’albo europeo della canapa ad uso industriale, sarà necessaria una ulteriore modifica del testo unico sugli stupefacenti, la vigente legge 309/90.

Per questo motivo siamo a proporre una base per un nuovo testo di legge che vada a sostituire il fulcro normativo sulla cannabis all’interno della legge 309/90, che essendo proprio del 1990 andrebbe necessariamente riformata rapidamente.

Le anticipiamo che la basilarità della nostra richiesta di piena legalità della coltivazione personale, e del conseguente uso, è data da ragioni sociali, economiche ed anche medico scientifiche, che a nostro parere dovrebbero essere viste come complementari e non separate, che si aggiungono al semplice “diritto del consumatore” di produrre un bene per il proprio consumo personale, fattore che riteniamo comunque centrale.

Le ragioni sociali si intrecciano indissolubilmente alle ragioni economiche e si possono sintetizzare nel concetto di “illegalità della sostanza” e nel conseguente rapporto del consumatore con il mercato nero, al quale, ad oggi, è esposto per effettuare il proprio consumo personale; in Italia infatti, sebbene la detenzione personale entro certi “limiti” venga sanzionata “solo” amministrativamente, l’autoproduzione di cannabis è ancora considerata reato penale molto grave e ciò significa che, per non correre in questo rischio, oltre 4,5 milioni di semplici consumatori sono “spinti” ad acquistare la cannabis per uso personale sul mercato nero, alimentando un business illecito da decine di miliardi l’anno, condotto nella completa illegalità, che come segnalato dalla Relazione annuale EMCDDA rappresenta la quota più ampia del mercato delle sostanze illecite.

Inoltre ogni anno vengono arrestati e perseguiti semplici consumatori per il consumo e la coltivazione di questa semplice pianta che, come evidenziato dalle prove scientifiche, non porta alcun danno personale: questi cittadini onesti vengono considerati criminali per una semplice condotta personale innocua ed è incredibile che questa situazione continui ancora oggi di fronte ai dati disponibili.

E’ assurdo continuare ad fermare, perquisire, sequestrare, arrestare, processare e anche persino condannare persone che coltivano qualche pianta di cannabis per il proprio uso personale solo per evitare di acquistare la sostanza sul mercato nero: è una situazione inaccettabile che deve terminare il prima possibile.

L’introduzione immediata di una regolamentazione dell’autoproduzione personale è ad oggi l’unica strategia applicabile, e soprattutto socialmente utile, per creare una reale e concreta alternativa al “mercato nero” gestito interamente dalle narcomafie, per tutelare realmente il consumatore e fermare definitivamente l’inutile repressione delle condotte destinate a scopi personali.

Una effettiva regolamentazione dell’autoproduzione personale porterebbe enormi vantaggi anche per quanto riguarda il dato sulla spesa pubblica riservata alle FF.OO., circa 1 milione di euro l’anno; le FF.OO. potrebbero concentrare gli sforzi sul controllo del traffico illecito reale, andando a colpire i grandi trafficanti e la criminalità organizzata al posto del semplice coltivatore/consumatore per uso personale, con un netto risparmio di fondi pubblici e con un reale vantaggio sociale per la sicurezza pubblica; ad oggi si riesce a fermare solo il 5% del mercato illegale e, come sottolineato dal report EMCDDA, la maggioranza degli arresti e sequestri interessa comunque condotte di autoproduzione personale, che hanno un pericolo sociale irrilevante.

Uno Stato che si prenda cura dei propri cittadini non deve volersi sostituire alle loro scelte ma deve tenerle in considerazione e trovare il modo migliore per applicarle nel concreto e la libertà della persona umana dovrebbe essere la conditio sine qua non.

Per la Cannabis si è assistito ad un processo di demonizzazione fondato più su pregiudizi ideologici e mistificazioni generate da puri interessi economici piuttosto che su vere e fondate osservazioni medico-scientifiche. E’ giunto il momento di scrollarci di dosso l’ipocrisia che ci avvolge ed ammettere che stiamo discutendo di una pianta e di un fiore, che, se venissero veramente considerati come tali, donerebbero all’intera società un netto miglioramento delle qualità di vita sotto tutti gli aspetti.

E’ giunto il momento di affidarsi agli studi scientifici e sociali su tematiche fondamentali per lo sviluppo ed il miglioramento del nostro Paese e della qualità di vita dei cittadini italiani; in allegato trova il testo della Proposta Collettiva di Riforma Normativa sulla Cannabis,

PROPOSTA COLLETTIVA DI RIFORMA NORMATIVA

COLTIVAZIONE PRIVATA E DETENZIONE PER IL COLTIVATORE

PUNTO 1
a) non punibilità totale della coltivazione privata di 5 piante di cannabis, senza limitazione di genetica e contenuto di cannabinoidi, per ciascun cittadino maggiorenne, per un massimale di 3 cittadini maggiorenni per domicilio; il cittadino maggiorenne che svolgerà attività privata di coltivazione di piante di cannabis verrà definito di seguito come “coltivatore”.
b) Il cittadino coltivatore usufruirà della non punibilità totale della detenzione nelle proprie aree private dell’intero raccolto, senza massimali.
c) In caso di coltivazione esterna (outdoor) sarà obbligatorio svolgerla in una zona intestata alla persona che avrà la responsabilità della coltivazione privata, che sia essa un balcone, un giardino, un terreno esterno alla propria abitazione, un orto di proprietà o un terreno in affitto.
d) In caso di coltivazione interna (indoor) saranno vigenti delle minime norme igienico sanitarie:
– obbligo di presa d’aria (aerazione)
– controllare regolarmente eventuali impianti aggiuntivi elettrici, sempre a norma di legge
e) Il coltivatore che volesse, per uso esclusivamente personale o per fini medici e terapeutici, coltivare più delle 5 piante di cui al punto a) dovrà comunicare il numero di piante coltivate e l’area della superficie di coltivazione alla Questura corrispondente al luogo di coltivazione; la comunicazione non sarà soggetta ad approvazione alcuna.
f) Il coltivatore (e/o possessore) per uso personale non potrà svolgere con la cannabis prodotta e detenuta (e con i suoi derivati) alcuna attività di lucro, ma potrà farlo con una obbligatoria posizione giuridica con Partita Iva accedendo al mercato libero della cannabis, altrimenti la vendita sarà punita ai sensi della vigente legge.
g) Il coltivatore (e/o possessore) dovrà tenere quanto più possibile l’accesso al raccolto lontano dalla portata dei minori, se presenti nel luogo di detenzione del prodotto per uso personale.
h) Se il soggetto coltivatore supera il massimale di piante coltivabili senza una effettiva comunicazione verrà comminata una sanzione di euro 250 alla prima infrazione, aumentata a 2.500 euro in caso di recidiva, oltre all’apertura di una indagine ufficiale.

DETENZIONE E POSSESSO PER IL NON COLTIVATORE

PUNTO 2
a) Non punibilità totale per il cittadino non coltivatore che detiene un quantitativo dimostrabile da controprova fiscale (scontrino fiscale).
b) Nel caso si superino i 200 grammi detenuti dal cittadino non coltivatore è necessario mostrare la fattura di acquisto intestata alla persona fisica che detiene il prodotto.
c) Se il soggetto non coltivatore all’interno della propria abitazione non dimostra tramite controprova fiscale (scontrino fiscale) l’acquisto del prodotto che detiene verrà applicata una sanzione di euro 250 alla prima infrazione, che porterà all’indagine del consumatore, oltre al sequestro del prodotto. La sanzione comminata sarà aumentata ad euro 2.500 dalla prima recidiva.

DETENZIONE E POSSESSO FUORI DALLE AREE PRIVATE

PUNTO 3
a) Non punibilità totale del possesso personale fuori dalle proprie proprietà private di 15 grammi di cannabis o derivati e/o estrazioni, riservata solo ai cittadini maggiorenni; sono esenti dai suddetti limiti di possesso personale fuori dall’abitazione gli aventi diritto per certificazione medica che assumeranno come limiti personali quelli previsti dalla certificazione /o ricetta medica.
b) Nel caso in cui si detengano più di 15 grammi fuori dalle proprie aree private, se avvalorati da scontrino fiscale la detenzione è legale esclusivamente per la data indicata dallo scontrino fiscale, in modo da permettere il trasporto dopo l’acquisto regolare dal mercato libero della cannabis.
c) Per il possesso, fuori della propria area privata, di un quantitativo superiore al limite di 15 grammi ma compreso entro i 25 grammi verrà applicato il sequestro del prodotto e una prima annotazione del nominativo, senza nessuna altra conseguenza; in caso di recidiva la sanzione pecuniaria viene fissata a 250 euro.
d) Sopra i 25 grammi detenuti fuori dall’abitazione o se il possessore non detiene lo scontrino fiscale o se detiene un quantitativo sopra i limiti e fuori dalla data di tolleranza per il trasporto, la sanzione porterà all’indagine del consumatore con una ulteriore sanzione amministrativa di 500 euro, oltre al sequestro del prodotto.
e) I coltivatori potranno richiedere all’ente territoriale di competenza (questura) un permesso speciale per il trasporto di quantitativi superiori a 15 grammi, che dovrà essere autorizzato.

CONSUMO DI CANNABIS

PUNTO 4
a) Il consumo di cannabis sarà libero ma fumare sarà vietato nei luoghi pubblici, a meno che si disponga di specifica autorizzazione medica; fumare in tali aree sarà punito con una multa di euro 250 senza ulteriori conseguenze amministrative o penali se il soggetto rimarrà nelle disposizioni precedenti di legge.
b) In linea con la nuova normativa proposta si dovranno introdurre test specifici psico-attitudinali per la guida dei mezzi, sia pubblici che privati, che si basino su evidenze scientifiche e sulla abilità psico-fisica dei conducenti, non sul livello di THC presente nel corpo.
c) Proponiamo l’abrogazione completa degli art. 75 e 75 bis del dpr 309/90, eliminando qualsiasi tipologia di sanzione amministrativa per il possesso personale.

ASSOCIAZIONI NO PROFIT DI COLTIVATORI E CONSUMATORI

PUNTO 5
In caso di nucleo superiore ai 3 cittadini maggiorenni per domicilio che volessero usufruire della coltivazione per uso privato sarà vigente l’obbligo di registrazione di una associazione di consumatori e coltivatori, cosi come se si volessero effettuare coltivazioni condivise avendo la possibilità, per il coltivatore o consumatore, di dividere le spese e semplificare le operazioni di reperimento del prodotto per uso personale o sviluppare selezione e ricerca; saranno dunque possibili Associazioni No Profit di consumatori e coltivatori che si potranno riunire per effettuare coltivazioni condivise rimanendo sempre nei diritti e limiti costituzionali delle associazioni no profit e rispettando la nuova legge riformata nella sua interezza ed avendo la possibilità di avviare legittimamente una eventuale coltivazione superiore ai limiti della presente normativa tramite comunicazione del numero di piante coltivate e dell’area della superficie di coltivazione alla Questura corrispondente al luogo di coltivazione. La comunicazione non sarà soggetta ad approvazione alcuna.

EXPUNGEMENT

PUNTO 6
Con l’introduzione della nuova normativa cesseranno l’esecuzione gli effetti penali delle condanne irrogate ai sensi dell’art. 73 del testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, e successive modificazioni, in ordine alle ipotesi di coltivazione, cessione, vendita e detenzione di cannabis: verranno cancellati dal casellario giudiziale tutti i reati degli ultimi 50 anni che rientreranno nei limiti della nuova regolamentazione proposta per la cannabis ed i suoi derivati.

REGOLAMENTO PER IL MERCATO LIBERO DELLA CANNABIS

PUNTO 7
a) Il mercato libero della cannabis è riservato ai cittadini maggiorenni, sia nell’apertura dell’attività sia nell’acquisto del prodotto e per avviare l’attività basterà non avere precedenti penali di stampo mafioso e richiedere il certificato antimafia alla Prefettura territoriale.
b) Le attività potranno coltivare e gestire un numero di piante illimitato purché venga registrato il numero di piante coltivate e l’area della superficie di coltivazione e venga tenuta traccia delle quantità di raccolto che deve corrispondere al quantitativo venduto successivamente (certificato da scontrino fiscale o fattura intestata al cliente) che sia all’ingrosso o al dettaglio; l’eventuale fondo di magazzino deve essere nuovamente registrato e correttamente monitorato, cosi come gli eventuali scarti di produzione, il tutto su di un apposito Registro obbligatorio introdotto e soggetto a controlli della Guardia di Finanza.
c) La mancata esecuzione di queste basi legali porterà al reato penale previsto dal DPR 309/90 con l’accusa di spaccio di stupefacenti.
d) La cessione di cannabis a soggetti minorenni, in qualunque forma e modalità, sarà punita in modo maggiorato con pene pari al doppio di quelle previste per chi commercia cannabis senza rispettare le altre disposizioni di legge, oltre all’interdizione dall’attività.
e) Sarà vigente, per le aziende, l’obbligo di coltivazione nel rispetto dei principi dell’attività di agricoltura biologica, che non sono validi nel caso di coltivazione per uso personale.
Nel caso di violazione delle norme sulla coltivazione all’aperto relative al rispetto dei principi sull’attività agricola biologica, al coltivatore di cannabis si applicherà una sanzione amministrativa pecuniaria ai sensi della legge 20 novembre 1981, n. 689 e successive modificazioni, nonché la temporanea interdizione dall’attività di produzione di cannabis. Il prodotto sarà confiscato e verrà distrutto dalle autorità competenti.
Il controllo sulla qualità della coltivazione della cannabis e dei suoi derivati per le aziende sarà svolto dalla Direzione generale della prevenzione e del contrasto alle frodi agro-alimentari del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e dal Comando carabinieri per la tutela della salute, posto funzionalmente alle dipendenze del Ministro della salute.
f) Verrà introdotto uno speciale permesso per il trasporto di quantità di cannabis o derivati riservato ad aziende registrate regolarmente (o privati cittadini con evidenti necessità motivate).
g) I negozi al dettaglio ed all’ingrosso non potranno essere collocati in prossimità di edifici scolastici o parchi pubblici e non potranno vendere alcolici di alcun tipo, né tabacchi lavorati.
h) Proponiamo un’aliquota fissa IVA del 25% (22% corrente maggiorato del 3%) sui prodotti finali nella vendita al dettaglio del mercato della cannabis, il cui 3% dovrà obbligatoriamente (inserito in legge) essere destinato al fondo per il miglioramento delle infrastrutture scolastiche statali, la gestione del personale scolastico, miglioramento del servizio sanitario e miglioramento delle condizioni di vita delle persone con minor reddito.
NOTA: Le attività dovranno essere regolate da standard qualitativi che stiamo cercando di introdurre già ora nel mercato della cannabis industriale che si sta sviluppando e che sono parte integrante delle nostre proposte, elencati nel CODICE CARE.

SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE E USO MEDICO

PUNTO 8
a) Verrà data la possibilità di rifornire il Servizio Sanitario Nazionale a tutte le aziende che rispetteranno precisi requisiti di coltivazione e produzione, con prelazione per l’azienda territoriale locale vicina alla ASL di riferimento.
b) Sarà introdotta la possibilità per tutti i medici e dottori iscritti al Registro Nazionale di Medicina di prescrivere qualsiasi prodotto di cannabis per un uso medico e, in base alla patologia ed al dosaggio eventuale ed alla disponibilità del paziente, di aumentare il numero di piante massimale coltivabili.
c) Verrà introdotta una modifica normativa nazionale rendendo reperibile la cannabis come farmaco off-label.
d) Come servizio a tutela del coltivatore e consumatore per uso personale e soprattutto per uso medico e terapeutico sarà messa a disposizione in ogni ASL la possibilità di analizzare il proprio raccolto (analisi pesticidi, carica microbica, percentuali cannabinoidi) tramite laboratori convenzionati o direttamente nella struttura.

Ci auguriamo una Sua risposta o che quantomeno vengano tenute in considerazione le proposte dei cittadini, delle associazioni di informazione e delle realtà aziendali territoriali.

Buon lavoro.

Per scaricare la Lettera in Formato PDF: Lettera a Ministro della Salute Giulia Grillo

Chi volesse contribuire all’invio della Lettera al Ministro: LINK

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