L’Eterna Agonia del Proibizionismo Italiano: Serpelloni rilancia la crociata contro la “Light” per chiudere alla Legalizzazione

E’ tornato.

E non ci mancava, sinceramente parlando. Proprio per niente. Ma sapevamo che, con questo Governo Carioca senza spina dorsale e di matrice proibizionista, sarebbe potuto accadere di veder nuovamente alla ribalta lo zar del controllo totale delle sostanze, l’indimenticabile Giovanni Serpelloni.

In una interessante intervista rilasciata a L’Occidentale per Giuseppe Lionelli, Serpelloni espone e ci ricorda il suo eterno punto di vista, partendo dal colpire la cosiddetta “Light” per arrivare a esporre chiaramente il veto sulla legalizzazione totale.

“La legalizzazione della cannabis light spalanca a scenari sociali devastanti, quello che sta accadendo negli Stati Uniti lo dimostra, ma siamo vittime di una manipolazione della informazione che risponde esclusivamente a logiche economiche“.

Verissimo. Peccato che, per una volta nell’universo, le logiche economiche corrispondono al 90% con le logiche di diritti umani, sociali e civili, che il Sig. Serpelloni evidentemente non considera.

Siamo da sempre in prima linea per esporre che, va bene l’economia, ma si tratta di una questione principalmente di diritti, e dai diritti bisogna partire.

Serpelloni continua: “Il Thc sotto lo 0,6% è legale, anche se non per uso umano. Il punto è che con 30 grammi di cannabis light è possibile, pur con un metodo pericoloso che utilizza il gas butano, estrarre circa 15 milligrammi di Thc. Attraverso il butano è infatti possibile estrarre il principio attivo e produrre così una sostanza con Thc fino a 10 volte superiore a quella d’origine. Assieme a istituti di Medicina legale di Parma, Verona e Ferrara abbiamo fatto una sperimentazione con campioni da 4 città diverse (Milano, Ferrara, Parma e Verona) e abbiamo appunto dimostrato che a partire da una sostanza pubblicizzata come innocua si ottiene un principio attivo con capacità certamente droganti. Ad aggravare la situazione il fatto che il gas butano venduto in questi negozi, a differenza di quello usato in cucina, è inodore e incolore e questo lo rende una vera e propria arma.”

Teorie già sentite che ci fanno ridere, esattamente come farebbe una Iena (ridens).

Ovviamente non ci si ferma alle dimostrazioni teoriche, ma si chiarifica che è necessaria una stretta ulteriore sulla situazione: “Il Consiglio superiore della sanità ha consigliato di vietare la vendita di cannabis perché potenzialmente rischiosa per la salute. Mi chiedo anch’io perché il Ministero della Salute non abbia ascoltato le indicazioni scientifiche di un Consiglio che riunisce i maggiori scienziati del Paese in termini di salute pubblica.”

E qui sarebbe curioso sapere che ne pensa il Ministro della Salute.

Certo, il divertente arriva quando Serpelloni si lancia nelle critiche alla Legalizzazione Totale, prendendo dati dagli USA che evidentemente riesce ad avere in esclusiva mondiale direttamente da qualche Agente CIA o FBI, dato che non trovano alcun riscontro con i dati diffusi dai governi statali Statunitensi: “Negli Usa, negli Stati dove è stata legalizzata la Cannabis, si è registrato un aumento di incidenti stradali legati all’assunzione di cannabis, un aumento di psicosi nei giovani, di suicidi e un incremento di uso dell’alcol correlato. Ma l’effetto più grave della legalizzazione è un altro: ridurre nei giovani la percezione del rischio dell’uso della cannabis rendendolo quasi “normale”. ”

Ma non solo: “L’effetto psicologico è in realtà è devastante: riducendo la percezione del rischio automaticamente aumenta l’uso di sostanze e quindi aumentano le persone che possono sviluppare dipendenze.”

Ed ecco che Serpelloni ci racconta la sua percezione di valenza terapeutica della Cannabis, secondo lui NULLA: “La cannabis non ha di per sè in assoluto un valore “terapeutico”, nel senso che non cura nulla, può invece avere un “uso medico” ad esempio per placare il dolore e la rigidità muscolare nella sclerosi. Non è un distinzione da poco, perché il linguaggio sbagliato contribuisce a creare accettazione sociale dell’uso della droga anche per scopi ricreativi. Anche la morfina o l’oppio sono usati medicalmente e nessuno lo contesta. Nessuno si oppone a un uso della cannabis regolamentato con rigorose procedure di filiera medica e di prescrizione: inaccettabile saltare la fase sperimentale obbligatoria per qualsiasi farmaco per uso umano e inaccettabile è la manipolazione che la vorrebbe capace di curare dalla calvizie al cancro.”

Alla domanda come giustifica le forti spinte per la legalizzazione, l’intuitivo Serpelloni risponde riproponendo gli interessi economici lontani e lobbystici, dimenticando però che il business è anche presente proprio per contrastare questa spinta regolamentativa, e che spesso è proprio l’interesse economico a frenare la reale liberalizzazione.

Ringraziamo la Testata Giornalistica L’Occidentale per l’importante intervista.

Qui potete trovare l’intervista completa: LINK DIRETTO

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