Il Consiglio dei Ministri, il 7 marzo 2014, ha deciso di non impugnare dinanzi alla Corte Costituzionale la legge regionale abruzzese “n. 4 Del 04 gennaio 2014, che disciplinava le “modalità di erogazione dei farmaci e dei preparati galenici magistrali a base di cannabinoidi per finalità terapeutiche”.
La norma prevedeva che i “medicinali cannabinoidi possano essere prescritti, con oneri a carico del Sistema sanitario regionale, da medici specialisti del Ssr e da medici di medicina generale del Ssr, sulla base di un piano terapeutico redatto dal medico specialista”.
La decisione è stata condivisa anche dal senatore Carlo Giovanardi perché a suo parere in linea con la normativa nazionale, anche se è una conferma dell’orientamento particolarmente liberale su questo tema.
Sandro Gozi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, scrive invece su Twitter: <<La decisione del governo su cannabis terapeutica è un grande passo in avanti umano, sanitario e giuridico>>.
La cura può avvenire sia “in ambito ospedaliero o in strutture ad esso assimilabile” che “in ambito domiciliare”.
In entrambi i casi è prevista l’erogazione gratuita.
I medicinali cannabinoidi, si legge nel testo, “sono acquistati dalla farmacia ospedaliera o dell’Azienda sanitaria di appartenenza dell’assistito e posti a carico del SSR qualora l’inizio del trattamento avvenga nelle strutture ospedaliere o in quelle alle stesse assimilabili, anche nel caso del prolungamento della cura dopo la dimissione”.
Il paziente, inoltre, “può proseguire il trattamento in ambito domiciliare, su prescrizione del medico di medicina generale, con oneri a carico del SSR, sulla base del piano terapeutico redatto dal medico specialista che ha in cura il paziente. Il rinnovo della prescrizione e’ in ogni caso subordinato ad una valutazione positiva di efficacia e sicurezza da parte del medico prescrittore, valutata la variabilita’ individuale della risposta al trattamento”.
<<Questa è una vittoria del buon senso perché già il ministero aveva autorizzato l’uso terapeutico e l’Abruzzo diventa capofila perché lo ha disciplinato>> ha detto il consigliere regionale Maurizio Acerbo, che ha presentato la legge. <<Perfino Giovanardi – ha detto Acerbo – è favorevole all’uso medico dei cannabinoidi, ma queste buone intenzioni fino ad oggi non erano operative>>.
Secondo la legge promulgata in Abruzzo lo scorso gennaio, e che il Consiglio dei Ministri non ha impugnato, in base al piano terapeutico redatto da un medico specialista, i cannabinoidi potranno dunque essere prescritti anche dai medici di base. <<Una scelta strategica – prosegue il consigliere abruzzese – Affidare anche ai medici di base la prescrizione dei cannabinoidi per le cure terapeutiche, è una scelta strategica della nostra legge>>, spiegando che un altro degli aspetti qualificanti “è la possibilità di trattamento anche domiciliare”.
La ‘legge Acerbo’ prevede inoltre che la Giunta regionale possa stabilire convenzioni con centri attrezzati per la produzione e la preparazione dei farmaci. L’iter di approvazione regionale è partito l’11 settembre 2013 mentre la promulgazione è del 4 gennaio scorso.
A presentare il progetto di legge “Modalità di erogazione dei farmaci e dei preparati galenici magistrali a base di cannabinoidi per finalità terapeutiche”, era stato, oltre che il consigliere Acerbo, il consigliere Antonio Saia e lo avevano sottoscritto anche i consiglieri Riccardo Chiavaroli e Walter Di Bastiano. <<Ad altre regioni – ha sottolineato Chiavaroli – norme simili sono state bocciate perché fatte male, ma in questo caso era fatta bene. Abbiamo ascoltato numerosi scienziati di rilievo ed è venuta fuori una norma all’avanguardia».
<<La mancata impugnazione da parte del Governo della legge regionale della Regione Abruzzo sull’uso della cannabis a scopo terapeutico e’ una prima buona notizia>>. Lo afferma anche Daniele Farina, relatore delle proposte di legge di modifica del testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza ora in Commissione e primo firmatario della proposta di legge di Sel sulla regolamentazione della coltivazione domestica della cannabis presentata nel giugno del 2013. <<Nel mondo – prosegue Farina – la tendenza e’ legalizzare il consumo e la vendita, sia per fini terapeutici che ricreativi. L’Italia, che su questo e’ in ritardo, non perda anche questo treno. Dopo la recente sentenza della Consulta sulla legge sugli stupefacenti, e’ ora possibile varare una normativa di reale contrasto al narcotraffico e alle organizzazioni criminali. Mi auguro che la Camera approvi la modifica della legge sugli stupefacenti, il cui iter riprende la prossima settimana in Commissione Giustizia, nel piu’ breve tempo possibile consentendo l’uso terapeutico, quello ricreativo, ma soprattutto la possibilita’ per i malati di coltivarla per uso personale>>
Ecco il Comunicato Ufficiale Consiglio dei Ministri:
http://www.governo.it/Governo/ConsiglioMinistri/testo_int.asp?d=75052
La legge abruzzese, in particolare, è arrivata dopo quelle varate in altre regioni e tutte quante impugnate dal Governo.
IMPUGNARE UNA LEGGE: Il termine impugnazione (dal latino in pugnare, ‘combattere contro’), nel diritto, designa tanto l’atto giuridico con il quale un soggetto chiede al giudice di eliminare o modificare un determinato atto giuridico, quanto il procedimento che in tal modo viene avviato.
La prima legge è stata della Toscana, poi la Liguria (legge impugnata dal governo Monti), le Marche (2013), ma solo “in assenza di valide alternative terapeutiche”, il Friuli Venezia Giulia (2013), la Puglia e il Veneto (anche in questo caso il governo Monti ha impugnato la normativa).
Si attende ora una Legge Nazionale che regoli al meglio la gestione della Cannabis Terapeutica.
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