Articolo scritto da Giuseppe Nicosia.
Da qualche giorno circola la notizia di un esperimento che dimostra come, l’uso di cannabis, non pone alcun rischio aggiuntivo, in particolare riguardo alla coordinazione dei movimenti e alla prontezza di riflessi. L’esperimento è stato condotto su 14 ciclisti che hanno consumato cannabis prima di effettuare un test-drive (fonte: http://www.bikeitalia.it/…/cannabis-e-bicicletta-un-recent…/). Esiste una realtà decisamente più significativa di tale esperimento: in Olanda, dove circolano 18 milioni di biciclette su quasi 500 chilometri di piste ciclabili, la cannabis è legale.
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A questo punto mi vien voglia di tirare fuori la storia che, in Olanda, stanno chiudendo i CoffeShop! La notizia è assolutamente vera, il problema è che i nostri caNi giornalisti (scusate ho avuto un problema con “r” della tastiera 😉 ) “alterano” la notizia, più di come la legalizzazione della cannabis altera chi la vuole ancora vietata.
Chiariamo intanto l’attuale scelta olandese nel regolamentare l’uso di cannabis: nei Paesi Bassi si attua la “Gedoogbeleid”, ossia “Politica della tolleranza”. Tale politica vietata la produzione (vi è comunque una certa tolleranza: fino a 5 piante per uso medico, e vengono ignorate le coltivazioni di 1 o 2 piantine per uso personale), la detenzione (consentito il possesso di massimo 5 Gr., considerato quantitativo per uso personale), vendita e acquisto (tollerata all’interno dei coffee-shop) della canapa e dei derivati.
E’ dunque chiaro che, nei Paesi Bassi, si è deciso di punire il commercio, la vendita, la produzione e la detenzione di qualsiasi tipo di droga, ma non l’uso personale, perché ogni cittadino è libero di fare ciò che vuole, sin quando le sue scelte non ledono in alcun modo gli altri. Questo è possibile grazie al “concetto dell’opportunità” presente nel diritto penale dei Paesi Bassi. Nello specifico, per cause che riguardino l’interesse della collettività, quando un comportamento “illegale” non lede assolutamente l’ordine pubblico, il Pubblico Ministero può arbitrariamente decidere di non perseguirlo.
Le direttive su quali reati punire e quali non punire in materia di stupefacenti sono espressamente segnati in un documento pubblico.
Tale documento prevede, ad esempio, di non perseguire la vendita di cannabis nei coffee-shop in cui siano rispettati i seguenti criteri:
-non è permesso vendere alla stessa persona più di 5 grammi al giorno;
-non è permesso vendere droghe pesanti;
-non è permesso fare pubblicità alla “droga”;
-non è permesso turbare la quiete e l’ordine pubblico;
-non è permesso vendere ai minorenni (fino a 18 anni) e i minorenni non possono entrare nei coffee-shop.
Negli anni, la “politica della tolleranza” e la regolamentazione dei coffee-shop, ha realmente scoraggiato e praticamente evitato il consumo di droghe leggere da parte di minorenni; ha spostato l’introito fiscale derivato dal commercio di cannabis dalle casse della criminalità organizzata, a quella dello Stato; ha inoltre evitato il possibile passaggio da droghe leggere a droghe pesanti, separando e differenziando i due mercati, impedendo di fatto che i consumatori di droghe leggere entrino in contatto con droghe più pesanti e con i criminali che le vendono.
Questa politica ha praticamente fatto diminuire la domanda e l’offerta di droga: il numero di coffee-shop si è ridotto da 1179 a 754, ossia del 36% tra il 1997 e il 2003. Comprendiamo dunque che il vero motivo per il quale “chiudono” queste attività è il calo della richiesta, e non “ripensamenti legislativi” da parte del Governo olandese.
Da noi si continua a dibattere su “legalizzare o proibire”.
Chi vuole la legalizzazione ha ben chiari i vantaggi che ne deriverebbero, mentre i proibizionisti rimangono legati a pregiudizi assolutamente infondati, spesso privi di basi scientifiche o clamorosamente smentiti da prove empiriche registrate in tutti quegli Stati che hanno deciso di legalizzare la cannabis ed i suoi derivati, o di optare per politiche di tolleranza.
In conclusione, posso certamente affermare che non si tratta più di semplice “pregiudizio”: vedo palesi interessi dietro leggi che si ostinano a vietare una delle sostanze meno tossiche e con maggiori proprietà terapeutiche al mondo. Tale leggi vanno assolutamente cambiate, perché è nei nostri diritti essere liberi di scegliere. Invito pertanto tutti a sostenere e firmare la Carta dei Diritti delle persone che utilizzano e coltivano cannabis – http://freeweed.it/carta-diritti-cannabis/
Dott. Giuseppe Nicosia
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