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Arriva in questi giorni la dichiarazione di Elena Donazzan, Membro Commissione IX Nazionale Istruzione Formazione Ricerca regione Veneto:

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“La #canapaveneta è una produzione antichissima che risale alla Serenissima Repubblica, che la coltivava intensivamente per produrre funi e filati per la propria flotta navale, non di certo per fumarla: non ha nulla a che fare dunque con la cannabis e con i ‘grow shop’ che affollano sempre più le nostre città, e per i quali chiediamo al Governo l’immediata chiusura. La canapa può avere importanti ed utili applicazioni in campo agroalimentare, industriale e farmaceutico: ci si concentri su questo, contrastando la diseducativa e fuorviante commercializzazione libera della ‘cannabis light’, un business fuori controllo, insufficientemente regolamentato, che rischia di portare l’Italia a rovinosi passi indietro nel contrasto alle droghe e alle tossicodipendenze.”

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L’ennesima dichiarazione priva di alcun dato scientifico o sociale serio e verificabile.

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Come Associazione FreeWeed avevamo già da tempo fatto un articolo su Venezia e la Canapa nella sua potenza navale, ma affermare che non venissero usati i suoi fiori è a dir poco assurdo e non verificabile. Inoltre ci teniamo a dire che non solo si utilizzava la stessa cannabis di ora, ma perfino migliore e con principi attivi probabilmente più alti, non limitati da norme o da genetiche obbligatorie. Inoltre era la stessa cannabis dalla quale, dai migliori raccolti, si ricavava ottimo hashish, il primo “raccolto” della battitura delle piante e dei fiori di cannabis.

Il campo agroalimentare, industriale e farmaceutico cui fa riferimento l’Assessore non verrebbe mai ostacolato da una libera diffusione della cannabis, sia essa light o “real” (NDR è assurdo dover distinguere una pianta in mille suddivisioni per inchinarsi all’ignoranza commerciale e proibizionista), ed anzi è grazie all’autoproduzione di questa pianta, liberamente, che si è arrivati a capirne e svilupparne le proprietà e capacità sociali, mediche ed industriali.

Chi si credono di essere lo Stato, i politici, spesso non abbastanza informati sull’argomento, i legislatori, per frenare la diffusione della coltivazione della cannabis e del suo libero uso personale? Quali problemi ha mai portato? Quanti invece sono i vantaggi sociali, economici e politici, nel regolamentare la coltivazione personale di tutta la cannabis e terminare questo ridicolo ed insensato proibizionismo? Andiamo a vedere altri stati, guardiamo i dati, analizziamo situazioni, invece di parlare solo per far sentire il proprio peso “politico” all’interno del proprio ruolo istituzionale.

E’ tempo che chi propagandi disinformazione venga fortemente smentito e financhè fermato.

Noi siamo in prima linea, grazie anche al vostro aiuto nel diffondere le informazioni condividendo i nostri articoli, come fate sempre.

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