Riportiamo dal Sito Ufficiale della Million Marijuana March Italia il primo di tre articoli di analisi sulla questione “Monopolio della cannabis”, e su un tipo di sistema, ribattezzato scherzosamente “Sistema Grassi”, che spinge per la realizzazione del suddetto Monopolio, illustrando conflitti di interesse e “moventi”.
Ecco il primo articolo integrale:
Conflitti d’interesse e moventi per sostenere il futuro Monopolio sulla Cannabis (parte uno)
Quello testimoniato negli screenshot sopra sono i conflitti di interessi per la gestione del futuro monopolio, in contrasto tra due contendenti.
Sulle esternazioni nelle audizioni di Gianpaolo Grassi avevamo già abbondantemente commentato al tempo del suo intervento in quella sede a nome dell’ente indicato nel testo di legge, come l’unico autorizzato a produrre le varietà e relative sementi, ammesse dal monopolio. Insomma, una sorta di legge che parrebbe cucita ” ad entem”, si veda: http://bit.ly/2q9gc38 .
Come si può leggere nel collage realizzato dagli screenshot alla sua pagina, non vede l’ora che si instauri il monopolio per chiudere i grow shop ed ecco il link al post del 6 maggio 2017 sul suo profilo: https://m.facebook.com/1055343364/posts/10210164895132930/.
Mentre invece l’altro movente concorrente, quello dei grow shop per il sostegno al monopolio in costruzione, risiede nell’abbaglio che ha illuso troppi di loro, di essere i beneficiari prescelti per le concessioni utili a trasformare il loro negozi in futuri coffee shop, dove poter poi vendere in esclusiva la Cannabis ai loro attuali clienti coltivatori (che da loro comprano ora semi e attrezzature).
L’Articolo 5 della proposta legge #CannabisLegale, inserisce la cannabis tra i beni del monopolio all’articolo 5 della PL dell’Intergruppo (Licenza di vendita al dettaglio della cannabis e dei prodotti da essa derivati), modificando l’Art. 63-sexies del Regio Decreto 907 del 17 luglio 1942 ( la legge che attualmente protegge il Monopolio di Stato) aggiungendo la parola “cannabis” dopo “sali e tabacchi”.
L’abbaglio é stato ad arte nutrito da chi ne giova del loro consenso, grazie alla equivoca interpretazione del testo al comma 1 del “TITOLO II-BIS MONOPOLIO DELLA CANNABIS;” dell’Art 5 che recita quanto segue: “L’ Agenzia delle dogane e dei monopoli può autorizzare la vendita al dettaglio della cannabis e dei prodotti da essa derivati a persone maggiorenni, in esercizi commerciali destinati esclusivamente a tale attività.”.
La frase” DESTINATI ESCLUSIVAMENTE A TALE ATTIVITÀ ” li ha illusi che potesse trattarsi dei loro negozi, in realtà poi basta aggiungere “O IN PARTE DI ESSI.” dopo la parola “ESERCIZI COMMERCIALI” e qualsiasi tabaccaio potrebbe dedicare una stanzetta della propria attività alla vendita di cannabis, IN UNA STANZA SEPARATA DA QUELLA DOVE SI VENDONO I TABACCHI.
E probabilmente neanche occorre, dato che il punto 3 sempre dell’articolo 5, annuncia che entro sei mesi dalla entrata in vigore della legge, verrà emesso un decreto nel quale i ministri della economia e finanze, sviluppo economico e interno, disciplineranno le modalità di rilascio delle autorizzazioni, indicando la tipologia delle rivendite autorizzate, vedi lettera D punto 4 dell’ Art 5: “..per la vendita al dettaglio della cannabis e dei suoi derivati, determinando la tipologia degli esercizi autorizzati e la loro distribuzione nel territorio..”.
È ILLUMINANTE, a tal proposito, leggere il documento di ASSOTABACCAI che abbiamo pubblicato e diffuso noi ma che, NON A CASO, è stato (INCREDIBILMENTE) ignorato dalla stampa di settore, sempre molto attenta anche a cose sul tema molto meno importanti di questa.
La associazione di categoria delle tabaccherie ha sempre avuto la meglio nelle vertenze, basti ricordare la serrata di circa due mesi effettuata anni fà, hanno 65mila punti vendita distribuiti capillarmente su tutto il territorio e già lavorano con i monopoli di stato, avendo di fatto quindi, una sorta di “diritto di prelazione” da poter far valere.
VEDI: E se fossero le tabaccherie a vendere la cannabis?
Se passasse il monopolio, i grow shop non venderebbero neanche più i semi, come è ben spiegato nel testo, su quali sarebbero i soli semi ammessi alla lettera B del punto 5 sempre dell’ articolo 5:
“..b) stabilisce le caratteristiche e i criteri di selezione e di miglioramento delle sementi utilizzabili per la coltivazione della cannabis soggetta al monopolio di Stato, avvalendosi dell’attività del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (CRA)…”.
Il CRA indicato nel testo è l’ente per il quale il Dott. Giampaolo Grassi è stato audito lo scorso 22 giugno alla Camera per la PL dell’Intergruppo #CannabisLegale e ciò che pensa al riguardo, è da lui sintetizzato nel post sul suo profilo, sopra citato, linkato e riportato in immagine.
NOTA BENE: Nella parte seconda sintetizzaremo il conflitto di interessi di altri sistenitori e nella parte terza, dopo oltre un anno di critica a questo sbagliato, ingiusto e pericoloso modello, illustreremo la nostra ricetta su come si potrebbe e dovrebbe affrontare il tema in maniera sostenibile, in linea con il contenuto degli articoli della “Carta dei diritti delle persone che usano sostanze – Genova 2014”
MMM – Million Marijuana March Italia
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