La Camera approva la stretta sulla cannabis light: l’articolo 18 del ddl sicurezza ora passa al Senato
La Camera dei Deputati ha dato il via libera all’articolo 18 del disegno di legge (ddl) sicurezza, introducendo una severa stretta sulla cannabis light. Il provvedimento, che ha suscitato forti critiche dalle opposizioni, ora passa al Senato per l’approvazione definitiva. Il testo interviene in modo significativo sul settore della canapa legale, una filiera che negli ultimi anni si è consolidata grazie alla legge 242 del 2016, che promuoveva la coltivazione e la produzione della canapa industriale.
Il contenuto dell’articolo 18: cosa cambia per la cannabis light
L’articolo 18 del ddl sicurezza interviene direttamente sulla legge 242/2016, che aveva permesso lo sviluppo di una filiera agroindustriale legata alla coltivazione della canapa. Il nuovo provvedimento introduce il divieto dell’importazione, cessione, lavorazione, distribuzione, commercio, trasporto, invio, spedizione e consegna delle infiorescenze di canapa coltivata, anche se in forma semilavorata, essiccata o triturata. Tale divieto si estende anche ai prodotti derivati, come estratti, resine e oli.
L’effetto pratico della norma è la criminalizzazione di gran parte del settore legato alla cannabis light, quella con una bassa percentuale di THC (tetraidrocannabinolo), il principio attivo responsabile degli effetti psicotropi della cannabis. L’applicazione del testo legislativo prevede che tali attività siano soggette alle stesse sanzioni previste dal DPR 309/1990, la legge quadro in materia di stupefacenti e sostanze psicotrope, equiparando di fatto la cannabis light alle droghe illegali.
Le critiche delle opposizioni: una filiera a rischio
La discussione in Aula ha visto una forte opposizione da parte di diversi schieramenti, che hanno criticato aspramente la misura. Rachele Scarpa, deputata del Partito Democratico, ha ironizzato sugli effetti psicotropi della cannabis a basso contenuto di THC, paragonandoli a quelli del basilico o della noce moscata, entrambe sostanze che, a suo dire, avrebbero effetti più rilevanti rispetto alla cannabis light. Scarpa ha denunciato l’inutilità di un provvedimento che criminalizza una sostanza ampiamente considerata sicura e priva di rischi per la salute pubblica.
Gianmauro Dell’Olio del Movimento 5 Stelle ha lanciato un allarme sulle conseguenze economiche della stretta, avvertendo che la norma rischia di “far saltare un’intera filiera”, colpendo duramente migliaia di piccole e medie imprese italiane attive nella produzione e commercializzazione della cannabis light. La crescita del settore negli ultimi anni ha creato posti di lavoro e sviluppato nuove opportunità economiche, soprattutto nelle aree rurali.
Particolarmente critico è stato Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra (AVS), che ha sottolineato come il provvedimento rischi di favorire le mafie, spostando nel mercato nero attività che fino a questo momento erano perfettamente legali. Bonelli ha ricordato la sentenza del TAR del Lazio, che ha stabilito che la cannabis light non può essere considerata una sostanza stupefacente, e ha accusato il governo di voler rendere illegale un prodotto che non ha mai rappresentato un pericolo.
L’emendamento bocciato e il contesto normativo
Nonostante il dibattito, la Camera ha bocciato un emendamento presentato da Azione, che mirava a salvaguardare i prodotti finali rispettosi delle normative nazionali vigenti fino al 31 agosto 2024. La proposta, votata in parte a scrutinio segreto, era finalizzata a garantire continuità alle attività legali già in essere, ma è stata respinta dalla maggioranza parlamentare.
Con questo nuovo quadro normativo, si chiude una fase di incertezza per il settore, che dal 2016 aveva beneficiato di un’area grigia nella legislazione, consentendo la commercializzazione della cannabis light in base alla soglia minima di THC consentita. Tuttavia, la stretta imposta dall’articolo 18 segna un deciso cambio di rotta, assimilando in maniera drastica prodotti che contengono THC, anche in minima quantità, a sostanze proibite.
Il futuro della cannabis light in Italia
L’approvazione dell’articolo 18 apre una nuova fase per la cannabis light in Italia, ma resta ancora l’incognita del passaggio al Senato. Se la legge dovesse essere confermata, si assisterebbe alla chiusura di numerose attività economiche legate a questo settore. Il dibattito politico resta acceso, soprattutto in considerazione delle conseguenze economiche e sociali che tale decisione potrebbe comportare.
Le opposizioni sperano che il Senato possa modificare il testo o che eventuali sentenze dei tribunali possano bloccare l’attuazione della legge. Il caso della cannabis light è al centro di un più ampio dibattito sui confini tra legittimità, salute pubblica e libertà economica, in un settore che, fino a oggi, era considerato in crescita e sostanzialmente sicuro.
Presidente Associazione No Profit FreeWeed Board
Mail: direzione@freeweed.it
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