Un dispositivo più affidabile
Fino ad ora, l’unico modo in cui la polizia poteva valutare se un guidatore avesse guidato sotto l’influenza della cannabis era il test della saliva. Questo test non è stato solo criticato per la sua inefficienza, ma anche per la sua ingiustizia. Infatti, mentre l’effetto “smash” (respiro) della cannabis dura solo poche ore, il test della saliva valuta la presenza del THC che può durare fino a una settimana dopo il consumo. Mike Lynn spiega: “Quando rileviamo il THC nel respiro di qualcuno, possiamo essere assolutamente sicuri che questa persona abbia fumato erba nelle ultime due ore”. Queste due ore sono considerate precisamente come l’effetto massimo del THC e, quindi, il momento più “rischioso” per guidare, pur ricordando che numerosi studi sono stati fatti e sono tuttora in corso per dimostrare l’eventuale cambiamento nella guida sotto effetto di THC. Il dispositivo ha il vantaggio di funzionare in un breve periodo di tempo, in quanto il THC non rimane a lungo nel respiro, ed è un test più concentrato sul rilevare l’eventuale effetto e non il consumo in sè.Un test più realistico
Attualmente la polizia canadese utilizza il DrugTest 5000 di Draeger, che rileva l’uso di cannabis in sei ore, un tempo che Mike Lynn considera troppo lungo. Anche se gli effetti residui possono persistere, secondo lui il conducente non è più “sotto effetto” ed il test è ingiusto. Questa è anche l’opinione di Taylor West, ex vice direttore dell’associazione nazionale dell’industria della cannabis: “A differenza dell’alcool, il THC può rimanere rilevabile nel sangue per giorni o addirittura settimane, mentre l’effetto eventuale scompare in pochi ore. “ Questo divario tra test o realtà ha messo in discussione anche i risultati di studi e dati sugli incidenti stradali : in Colorado, ad esempio, uno studio pubblicato nell’agosto del 2017 dal Denver Post (si, quel famoso studio che ogni tanto sentite replicare da qualche residuo sostenitore del proibizionismo) avrebbe stimato che il numero di incidenti mortali che coinvolgono conducenti sotto influenza sarebbe aumentato in modo significativo dalla legalizzazione. Tuttavia, gli esperti hanno messo in discussione questi risultati, sostenendo che la presenza di THC nel sangue non è un indicatore adeguato per stimare la guida sotto l’influenza eventuale e che i risultati dello studio indicano solo un aumento del consumo tra chi poi usa l’automobile. Il nuovo “THCMETRO” sarà testato questo autunno dalla polizia della California.
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