Il Friuli Venezia Giulia invita il Parlamento a depenalizzare i reati per uso personale di cannabis

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«Lo spaccio è reato, non lo mettiamo in discussione. Chi nelle scuole spaccia ai ragazzini va in carcere, ma differenziamo l’uso personale e verifichiamo la possibilità di applicare su persone tendenzialmente fragili politiche di riduzione del danno, ove possibile, in chiave terapeutico-riabilitativa», queste le frasi di Silvana Cremaschi, consigliere regionale del PD, alla riunione della Regione Friuli Venezia Giulia che ha approvato la lettera di pressione da inviare a Parlamento e Governo per invitarli a calendarizzarne la discussione e ad affrontare più in generale lo scottante problema delle pene detentive, da ripensare definendo misure alternative alla reclusione.

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«Diventiamo la prima Regione che spinge Governo e Parlamento verso una riflessione rispetto al sistema carcerario», ha aggiunto la consigliere.

L’obiettivo è depenalizzare l’uso personale di sostanze leggere modificando l’articolo 72 della norma con un nuovo comma in base al quale «l’uso personale non terapeutico delle sostanze stupefacenti o psicotrope previste dall’articolo 14 non è sanzionabile penalmente né amministrativamente».

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L’invito, nonostante le solite opposizioni con le solite tematiche proibizioniste vecchio stampo, ormai superate, ha ricevuto la maggioranza quasi assoluta in sede di votazione nei vertici della Regione FVG, ed ora la Proposta verrà girata direttamente al Parlamento per una eventuale discussione.

 

Un’altro segno che il proibizionismo strutturale sta cedendo. Occorre certamente aumentare la pressione e la diffusione di informazioni.

 

 

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