Secondo uno studio pubblicato su Frontiers in Farmacologia dai ricercatori del McLean Hospital, Harvard Medical School e la Tufts University , la somministrazione di cannabis è stata associata ad una riduzione nell’uso di farmaci da prescrizione ed a una migliore performance cognitiva.
Lo studio ha valutato tre mesi di trattamento di cannabis medicinale sulla funzione esecutiva, “per esplorare se i pazienti che usano marijuana medica sperimenterebbero un effettivo miglioramento del funzionamento cognitivo, forse legato al sollievo dai sintomi principali.”
Lo studio ha analizzato 24 pazienti certificati all’uso di cannabis medicinale.
I pazienti hanno visto “qualche miglioramento nelle misure di funzionamento esecutivo” e “maggiore velocità, senza perdita di precisione, nella esecuzione di attività” con il Test World Stroop a colori e il Trail Making Test ; inoltre i pazienti hanno riferito miglioramenti moderati nei loro modelli di sonno, una diminuzione dei sintomi di depressione, ed una “attenuata impulsività”.
I Partecipanti allo studio hanno anche segnalato una diminuzione dell’uso di farmaci convenzionali; l’uso di oppiacei è stato ridotto del 42 percento, l’uso degli antidepressivi è sceso del 17 percento, l’uso di stabilizzante dell’umore è sceso del 33 percento e l’uso di benzodiazepine, come Xanex, è stato ridotto del 38 per cento.
Gli autori notano che “molti politici, i consumatori, medici ed il pubblico in generale rimangono disinformati” sulla cannabis.
Lo studio è ancora in corso, ma sulla base di prove preliminari gli autori hanno concluso che “dopo tre mesi di trattamento, i consumatori di cannabis non mancano di funzioni esecutive.
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