
Nella ‘garden therapy’, che consiste nel prendersi cura del proprio spazio verde o semplicemente passarvi alcune ore, si nasconderebbe insomma il segreto della felicità e del benessere.
Questo è quanto emerge da una ricerca austriaca, del MedUni Vienna’s Center for Public Health, pubblicata sulla rivista Urban Forestry & Urban Greening.
Si è cominciato a parlare di healing gardens tra il 1972 e il 1981, quando Roger Ulrich studiò i pazienti da sottoporre a colecistectomia in un ospedale della Pennsylvania. Le persone con degenza in stanze affacciate sul parco avevano bisogno di un giorno e mezzo in meno di ricovero, rispetto a quelle ricoverate in stanze le cui finestre si aprivano su un muro di mattoni. Così si parlò dei giardini come luoghi di cura da cui trarre beneficio semplicemente guardandoli, pronti ad impressionare positivamente il malato con la loro bellezza.
Affinché il giardino abbia proprietà curative non deve essere solo bello, ma esprimere armonia, bilanciando piante sempreverdi e piante che perdono le foglie in inverno, per sottolineare lo scorrere del tempo senza mai rimanere spoglio.
Un antistress
Le piante, in qualità di esseri viventi attirano un’attenzione involontaria che mette a riposo il cervello; questo meccanismo riduce lo stress che secondo le ricerche della Sapienza di Roma, è responsabile del 70% delle malattie. Per questo motivo il giardinaggio previene la maggior parte delle malattie. Sono sufficienti alcune cassette sul davanzale, un piccolo giardino sul balcone o un’aiuola, e curarla, togliendo i fiori appassiti, osservando come stanno le piante, annaffiarle. Inoltre il giardinaggio mette in moto tutti i muscoli e ossigena l’organismo.
Per arrivare a questa conclusione gli studiosi hanno sottoposto a un sondaggio 811 persone, di età compresa tra 16 e 82 anni, che hanno valutato il potere ‘ristoratore’ dei loro saloni, terrazzi, balconi e giardini.
L’indagine ha rivelato che i giardini sono percepiti come significativamente più rilassanti di altri ambienti della casa, senza particolari differenze legate al genere o all’età degli intervistati.
L’autrice principale della ricerca, la psicologa della salute Renate Cervinka, spiega che nel potere ‘terapeutico’ del giardino va oltre il giardinaggio o il mobilio che scegliamo. La chiave e’ il contatto con la natura.
“La nostra indagine ha rivelato che il relax aumenta in proporzione al numero di elementi naturali presenti in giardino” spiega infatti l’esperta.
Citazioni Celebri sulla GARDEN THERAPY
La terapia orticulturale (Horticultural Therapy ,HT, Ortogiardinoterapia) viene definita come “una disciplina medica che usa le piante, l’attività di giardinaggio e l’innata affinità che noi sentiamo verso la natura come mezzo professionale in programmi di terapia e riabilitazione” (Davis, 1995).
L’importanza che le piante hanno sul benessere delle persone non ha confini: il legame abbraccia differenti culture, gruppi etnici, occupazioni, età, scolarità, livello economico, estrazione sociale, luogo di residenza, paese di nascita. (Kaplan, 1996).
“Oggi abbiamo bisogno, ancora una volta, di aprire il cuore a una concezione della realtà molto più viva, in cui ci sia ancora posto per bellezza, magia e soprattutto gratitudine: per i semi che germogliano, i fiori che sbocciano, i frutti che maturano, la rugiada che incornicia il mondo e i ricami della brina d’inverno… Gratitudine per la vita, miracolo che si rinnova ogni istante davanti ai nostri occhi”. (M. Danon, 2006)
Del resto le piante sono indispensabili per l’uomo: fissano polveri e tossine e liberano ossigeno, sono cibo in forma diretta per noi e nutrimento per gli animali dei quali a nostra volta ci nutriamo e che utilizziamo per tessuti e pellame. Forniscono materiale da costruzione e sono la materia prima per la carta e diversi tessuti. Producono una quasi infinita serie di sostanze fondamentali per l’industria farmaceutica e del benessere: resine, tannini, aromi, cere, droghe, ma anche antidolorifici, emollienti e calmanti. Sono l’elemento fondamentale del paesaggio e in questo modo ci procurano gioia e piacere. I fiori sono al centro di occasioni gioiose e di eventi tristi. Sono il ricordo di qualcosa di antico e perduto, che possiamo ritrovare con pochi, piccoli gesti: basta un balcone, un vaso di coccio o di vetro ed ecco il nostro giardino, che “…in tempi felici sarà un luogo ricco di fiori, colori e profumi, in tempi duri diverrà un orto o forse rimarrà incolto formando un ammasso di sassi e spine. In ogni tempo il giardino sarà, comunque, un’istantanea dell’animo umano” (Ferrini, 2001).
La cura delle piante comporta diversi aspetti:
aspetto comportamentale: il contatto diretto con la natura riduce lo stress, i comportamenti aggressivi, la fatica mentale e aiuta a combattere disagio, tensioni, depressione e ansia. La luce verde riflessa dalle piante è un potente tranquillante e la possibilità di lasciare liberi i pensieri di fluire induce calma e quiete interiori.
aspetto cognitivo: seminare, veder crescere una pianta, aiutarla a fiorire aumenta l’autostima, stimola l’iniziativa, abitua a prendere decisioni, riequilibra in concetto di sequenza temporale e ci riavvicina ai ritmi della natura.
aspetto fisico: è una forma di attività fisica dolce e non stressante che comporta movimenti di entrambe le mani, la coordinazione occhio-mano, stimola le capacità olfattive, uditive, gustative, visive e tattili. Risveglia il senso di meraviglia, della sorpresa, della gioia, dello scopo, della finalità.
Il giardino, anche se piccolo, anche se si ha a disposizione un solo vaso o un balcone “è una metafora della nostra psiche con questo delicato e sapiente intreccio di selvatico e di controllato, di spontaneo e di modellato. Perché la sua ricchezza e complessità, data dall’intreccio dei sentieri, dall’alternarsi di prati fioriti e alberi verdeggianti, dalla vitalità fontane e cespugli colorati, rispecchia la nostra natura interiore. La caduta delle foglie, la paralisi della vita durante l’inverno, lo schiudersi dei germogli, il movimento dell’acqua tra le rocce. Sono tutte esperienze che anche l’individuo fa, solo che le esprime con i concetti complessi della psicologia, mentre il giardino le esprime con il linguaggio della natura.”(J. Hilman).
“L’anima, come il giardino, va fatta, nel senso che va coltivata.
Richiede attenzione.
Richiede bellezza, richiede apprendimento”. (Socrate)