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Giovedì, 22 Febbraio 2018 – COMUNICAZIONE FIT

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Di nuovo la Federazione italiana tabaccai si esprime sulla questione tutta italiana “Cannabis Light”.
Riportiamo di seguito la comunicazione completa:

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Veniamo a conoscenza dell’ennesima campagna disinformativa messa in atto da spregiudicati operatori del settore che, no nome del “dio denaro”, non esitano a fornire ai nostri associati indicazioni assolutamente superficiali su quello che è un fenomeno commerciale ancora troppo poco chiaro.
Le trovate pubblicitarie sono fino ad oggi le più varie: c’è chi fornisce improbabili brochure dal contenuto generico ed a volte fuorviante; c’è chi utilizza stralci di lettere inviate alle Istituzioni omettendo di riportarne parti essenziali e stravolgendone il senso; c’è chi utilizza impropriamente il nome della Federazione per cercare di fare breccia tra i rivenditori e, non ultimo, c’è chi imputa comportamenti di tipo ostruzionistico per il sol fatto che vogliamo vederci chiaro.
Ci viene da dire che “le chiacchiere stanno a zero“. Quello che ci interessa non è certamente assumere il rango di Legislatore – nel nostro Paese la sede per legiferare è solo il Parlamento – nè tanto meno elaborare e fornire interpretazioni assolute e vincolanti sulle leggi esistenti.
Quello che ci preme è tutelare i tabaccai dalla possibilità, anche solo remota, di assumere comportamenti dai quali possano determinarsi effetti censurabili dalla legge.
Trattandosi di un fenomeno “nuovo” ed essendo tante le  “informazioni” diffuse sul tema, abbiamo fatto l’unica cosa che il buon senso ci suggeriva di fare.
Abbiamo chiesto alle Istituzioni preposte se fosse lecita la vendita al dettaglio dei prodotto a base di cannabis light, quale fosse l’eventuale regime fiscale in cui classificarli e, soprattutto,. quali fossero gli adempimenti da portare in essere e le prescrizioni da rispettare per commercializzare tali prodotti.
A tutt’oggi nessuna indicazione definitiva, se non risposte interlocutorie che certificano ulteriormente l’indeterminatezza regolamentare in cui il prodotto va a collocarsi e l’esigenza di adottare da parte nostra un approccio più che prudenziale. Non siamo noi il Legislatore nè tanto meno vogliamo arrogarci il diritto di decidere per tutti, ma tutto questo vale ancor di più par gli altri e, soprattutto, per chi distribuisce tali prodotti avendo come obiettivo esclusivamente il massimo profitto.
Al di là delle affermazioni che ciascun operatore sbandiera ai quattro venti sulla liceità del proprio prodotto e sulla commerciabilità dello stesso sotto forma di libera vendita, i dubbi continuano ad essere tanti.
Solo dopo aver ricevuto i riscontri richiesti potremo ritenerci soddisfatti perchè solo allora, per buona pace di chi vorrebbe continuare a tirarci per la giacchetta, saremo in grado di fornire indicazioni precise agli associati.
Per il momento quindi, viste le poche certezze e le tante chiacchiere sul tema, l’invito è alla massima prudenza con l’auspicio di non farsi “abbindolare” da chi, a volte magari, anche non perfettamente in buona fede, vuole fornire certezze a tutt’oggi non pervenute neanche dalle Amministrazioni interpellate.

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Di Lisa Lizz

Ho 30 anni, vivo in provincia di Como ed è da 6 anni che faccio parte dell'Associazione FreeWeed Board. Leggo e studio quotidianamente riguardo la cannabis e più in particolare riguardo Diritti e Condotte ad esse connesse. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo! (Gandhi)

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