Delirio della Rivista Dolce Vita Magazine su Instagram: “Antiproibizionisti sbandati che vogliono l’erba libera a patto che non sia leggera”

Delirio della Rivista Dolce Vita Magazine su Instagram: “Antiproibizionisti sbandati che vogliono l’erba libera a patto che non sia leggera”
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Incredibile quello che dobbiamo, per dovere di cronaca, riportare oggi: sul social network Instagram, verso le 15.30 è comparsa sul profilo ufficiale della Rivista Dolce Vita Magazine questa immagine, che ci ha lasciato per qualche ora interdetti ed ancora non riusciamo a capacitarci di cotanta superficialità espressa da una rivista di settore.

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Poi ci siamo ricordati tutti che in passato, e tutt’ora, la suddetta rivista “spalleggia” una marca (divenuta famosa anche grazie alla loro pubblicità sulla rivista, visitata oltre 4.000 volte dagli utenti e non ancora modificata – o fatto rettificare – se non aggiungendo che l’articolo in questione è stato ovviamente redatto dalla azienda, quindi non assumendosi nemmeno le responsabilità che quanto scritto sia fuorviante?) avendone autorizzato più e più volte pubblicità di livello “ingannevole” per il consumatore, dove addirittura si diceva che quella specifica Cannabis “Light” italiana era progettata e concepita come “sostituto del tabacco” per fare i “joint”, o da sola al posto delle sigarette, andando contro l’indicazione legislativa del prodotto. Incredibile come una rivista possa permettersi di esporre lettori e quindi probabili consumatori a tali conseguenze penali e/o amministrative come ritiro patente, sequestro e perquisizioni domiciliari. Con cosi tanta leggerezza, tra l’altro. E da mesi, per giunta.

(LINK: ARTICOLO IN QUESTIONE)

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La vicenda odierna ci lascia amareggiati; la presa di posizione incredibile ed inconcepibile contro chi, con motivazioni più che legittime, critica la canapa industriale (smettiamo di chiamarla “light”… fa sorridere, proviamo ad essere giornalisti seri), etichettandolo come “haters”, come “odiatore” , quando in realtà , a detta di tutti nel settore, è proprio colui che critica e che si espone che realmente è intenzionato alle libertà personali eguali per tutti, è un fatto molto triste.

Le nostre motivazioni, come Associazione, che abbiamo da subito (prima del Boom del Business) espresso “contro” la canapa industriale sono chiarissime e condivise da tutti gli addetti al settore e da tutti gli antiproibizionisti:

  • il consumatore è ancora esposto a sequestri preventivi, perquisizioni domestiche eventuali, verbale di sequestro e, solo dopo successive analisi della sostanza, il tutto viene cancellato: chi non vorrebbe un pomeriggio in questura per un prodotto legale?
  • il coltivatore ad uso personale non ha la certezza della possibilità di coltivare scritta in legge chiaramente: diversi attivisti hanno subito perquisizioni e sequestri ingiusti, e sono tutt’ora in attesa del risultato delle analisi (da circa 5 mesi, con verbali pendenti)
  • il  consumatore spesso non riceve corrette informazioni sui prodotti, spesso venduti per “terapeutici” senza indicazioni nè principi attivi, nè analisi su batteri o pesticidi eventuali.
  • il consumatore, qualora fosse sottoposto ad accertamenti come il test alla guida, urine, capello o sangue, nel 95% dei casi può risultare positivo ai cannabinoidi e dunque subire il ritiro della patente e le correlate conseguenze amministrative.

A tutto questo si aggiunge la mancanza di pressione verso la regolamentazione totale della pianta, che negli ultimi mesi è venuta meno, spostando l’attenzione su questo fantomatico mercato dalle basi scricchiolanti, che ruota sul consumatore che rischia praticamente tanto quanto la cannabis “illegale” per quanto riguarda gli esami specifici, e che per il possesso può subire burocrazia enorme e fastidiosa.

Riportiamo qualche commento apparso sotto al post di Instagram della rivista: (commenti coloriti che esprimono posizioni vicine alla nostra)

 

 

Cara Dolce Vita, dopo non aver trovato più spazio sulle sue pagine per parlare di quello che svolge quotidianamente l’Associazione FreeWeed, scelta che non condividiamo ma rispettiamo, si lasci dare un consiglio: Non esistono gli “haters” della cannabis “light”, ma gli Amanti della Cannabis, quelli esistono.

 

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