Decreto Fiscale 2018: introdotto il farmacoligopolio silenziosamente, con l’esca della rimborsabilità

Tutto quello di cui si è discusso finora, è stato attuato rapidamente dal governo in meno di due mesi dal “via libera” del parlamento.

Ricordate il DDL Cannabis Legale, i suoi propositi e le riforme? Dimenticatelo, perchè già da qualche mese è stato sostituito dal testo “made in PD” che aveva stravolto l’originale senso della riforma, spostandosi solo sul livello medico della cannabis.

Ma quella normativa, nonostante l’approvazione della Camera, non avrebbe visto la luce del Senato, probabilmente non solo per i tempi tecnici d’esecuzione, e dunque il Governo ed il parlamento hanno deliberatamente deciso di “cangurare” questa situazione ed introdurre tutte le sfumature della norma, scelta nella Camera dei Deputati, nel decreto fiscale 2018.

Dunque lo Stabilimento chimico farmaceutico di Firenze viene autorizzato alla fabbricazione di cannabis a uso medico e per la produzione dei farmaci e l’importazione della cannabis saranno stanziati 2,3 milioni di euro per il 2018.

La Cannabis “di Stato” prescritta dai medici per la terapia del dolore inoltre sarà a carico del Servizio Sanitario Nazionale, cosi è stato introdotto nel decreto fiscale 2018 da due emendamenti Pd-Mdp, approvati dalla commissione Bilancio del Senato, che stabiliscono che “le preparazioni prescritte dal medico per la terapia contro il dolore siano a carico del servizio sanitario nazionale”.

Lo ha annunciato  il relatore, Silvio Lai (Pd), in una nota. “La norma sulla produzione e trasformazione della cannabis a uso medico trasforma in legge il percorso intrapreso dai ministeri della Salute e della Difesa per garantire la disponibilità in Italia della sostanza a uso terapeutico già prodotta a Firenze dallo stabilimento chimico-farmaceutico militare”. Questa misura, aggiunge, “non incide sul bilancio del fondo sanitario nazionale, in quanto il costo complessivo di 2 milioni 300 mila euro viene a carico dei fondi di riserva del Mef. ”

“Inoltre si è autorizzato il ministero della Salute a estendere ad altri enti e imprese la possibilità di trasformazione e coltivazione di ulteriori quote di cannabis a uso medico, secondo le procedure già previste dallo stabilimento militare di Firenze. Questi enti e imprese ulteriormente autorizzati hanno l’obbligo di operare, lo dice un emendamento proposto da tutti i gruppi, oltre che uno del presidente della commissione Agricoltura Formigoni, secondo le good agricoltural and connecting practices (Gatp)”.

Sono poi stati approvati due emendamenti del M5s che dispongono l’aggiornamento periodico del personale medico, sanitario e socio-sanitario sulle potenzialità terapeutiche della cannabis per uso medico, in particolare sul trattamento del dolore. Inoltre, in questi emendamenti viene stabilito lo sviluppo di nuove preparazioni a base di cannabis per la distribuzione nelle farmacie, dietro ricetta medica non ripetibile.

«L’obiettivo — dice il ministro della Salute Beatrice Lorenzin — è di garantire il soddisfacimento dell’intero fabbisogno nazionale di cannabis terapeutica, pari a circa 350 chilogrammi l’anno, senza dover più ricorrere all’importazione del prodotto da altri Paesi dell’Unione europea», come è avvenuto in questi anni.

Tutti i soggetti produttori che potranno essere autorizzati dovranno essere sotto il controllo dell’Aifa.

Oggi in Italia le persone che soffrono di dolore cronico sono stimate in 12 milioni, con punte tra gli over 65 e una presenza più rilevante tra le donne.

L’autoproduzione, anche per scopi personali medici e terapeutici, rimane vietata ed indiscutibilmente condotta reputata inutile dal nostro sistema italiano.

 

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