Riportiamo dal sito ufficiale della MMM Italia la seconda parte dell’analisi sui conflitti di interesse a sostegno del futuro monopolio della cannabis.
Nell’ultimo anno abbiamo osservato molte sigle con le quali avevamo fatto percorsi comuni fino alla cancellazione della Fini/Giovanardi, sostenere poi la PL dell’Intergruppo. Li abbiamo seguiti nelle audizioni e letto le loro posizioni e motivazioni, ufficialmente espresse in vari interventi e non ci ha affatto convinto il loro argomento principale ripetuto all’infinito, sulla asserita positività del tentare (finalmente) di legiferare sull’argomento droghe. Da utilizzatori, il tema ci riguarda tutte e tutti personalmente, riguarda le nostre vite, è parte del nostro quotidiano, del sentirci vittime sacrificali prescelte del proibizionismo. Riguarda il nostro perenne vivere come potenziali bersagli nel mirino di invisibili cecchini che in ogni momento potrebbero colpirci. Necessitiamo urgentemente di un cambiamento che sia avanzamento e liberazione dall’incubo infinito, necessitiamo di una legge che riconosca il diritto di cittadinanza dei nostri stili di vita e delle nostre scelte, con un approccio altro, lontano dalle sanzioni e dalle criminalizzazioni penali attuali. Non necessitiamo di un cambiamento qualsiasi che, come in questo caso, peggiorerebbe una situazione già insostenibile, privilegiando ancora il profitto per pochi, ottenibile solo e come sempre, calpestando ulteriormente i nostri diritti, con un nuovo ennesimo proibizionismo 2.0, ancora maggiormente persecutorio chiamato MONOPOLIO.
Abbiamo sempre ascoltato con attenzione e apprezzato le competenti posizioni derivanti dal pluri decennale impegno, non solo politico e culturale ma anche professionale di quella parte del “Privato Sociale” con la quale spesso ci siamo confrontati e collaborato, ma questa volta siamo su versanti opposti, non diversi. Il “Privato Sociale” racchiude tutto ciò che in diverse maniere si occupa di riduzione del danno, informazione per la prevenzione degli usi problematici, sull’abuso di sostanze e/o interventi per il recupero e la riduzione dei danni. Molti e molte di costoro, professionalmente impegnati/e con ruoli chiave in questo settore che si stima occupi diverse migliaia di addetti, siedono nei direttivi di storiche associazioni anche antiproibizioniste, non punitive e/o non proibizioniste. Costoro hanno ruoli di responsabilità in nutrite reti di operatori, attivi/e in miriadi di progetti, anche ottimi e necessari che anzi, andrebbero incrementati e potenziati con altri e più efficaci strumenti da anni in uso nei più civili paesi europei per una effettiva e reale riduzione dei danni. Dalle cooperative alle reti di operatori per la riduzione del danno, dai centri a bassa soglia alle unità di strada, dove persone magnifiche intervengono con passione nelle più difficili situazioni, fino a ogni tipologia di comunità. Tutte queste realtà tra loro molto diverse, dalle comunità aperte di accoglienza a noi molto care, fino alle comunità terapeutiche punitive ideologicamente proibizioniste, care alle destre e delle quali le cronache giudiziarie ci hanno più volte narrato tristi storie di abusi e coercizione, hanno tutte una cosa in comune:
La percentuale degli incassi del futuro monopolio, previsti dal comma 2 dell’articolo 7 della PL dell’Intergruppo verso quel fondo indicato nella 309/90, che fu istituito per finanziare tutte le diverse realtà operanti nel settore con denaro pubblico e che attualmente langue particolarmente, grazie ai tagli che colpiscono ogni settore.
Il coma 2 dell’ articolo 7 della PL dell’Intergruppo prevede che: “..Le risorse finanziarie derivanti dall’attuazione delle disposizioni del titolo II-bis della legge 17 luglio 1942, n. 907, introdotto dall’articolo 5 della presente legge, sono destinate al Fondo nazionale di intervento per la lotta alla droga, di cui all’articolo 127 del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, e successive modificazioni, nella misura del 5 per cento del totale annuo.”. .
Abbiamo ampiamente descritto come in audizione, rappresentanti di strutture con orientamenti molto diversi tra loro, approcci addirittura opposti sul fenomeno del consumo di sostanze, abbiano tutti convenuto nel proporre l’innalzamento al 25% di quel fondo.
Non a caso il prezzo proposto in audizione per la cannabis del futuro monopolio, rappresenta un prezzo speculativo rispetto a qualsiasi altro prodotto agricolo, giustificabile solo grazie al proibizionismo, sul quale tutti gli auditi (curiosamente) concordarono: http://www.millionmarijuanamarch.info/2-non-categorizzato/66-valore-economico-della-cannabis-legale.html .
Sono stati presentati emendamenti alla famosa PL, sia da partiti di destra dichiaratamente proibizionisti, come da partiti degli altri schieramenti, compresi anche esponenti dell’intergruppo, per proporre di innalzare (anche molto più del “solo” 25%), le percentuali degli introiti del monopolio da destinare a questo fondo. Stiamo parlando delle percentuali degli introiti di un mercato stimato dagli stessi sostenitori della proposta di legge per il monopolio, in circa otto miliardi annui ( secondo alcune fonti sarebbe di 12 miliardi ). Anche “solo” il 25% annuo di questo mercato, significherebbe nella peggiore ipotesi, almeno due miliardi annui. Quindi chi lavora nel settore e sostiene apertamente o velatamente il monopolio, è oggettivamente in una condizione di interessi opposti al riconoscimento del diritto alle autocoltivazioni personali, concorrenziali agli incassi del monopolio che se passasse la legge, finanzierebbe il loro lavoro nel futuro .
Ciò che sta avvenendo è in conflitto di interesse, sia per la parte di questo mondo sopra descritto, che per la parte apertamente proibizionista e contraria a ogni forma di “legalizzazione”, che ad ogni occasione ripete la tesi della letale pericolosità della “micidiale cannabis”, che però presenta emendamenti per aumentare le percentuali a quel fondo.
Lo ” stranezze” degli emendamenti, le avevamo già segnalate in un precedere articolo ( vedi http://www.millionmarijuanamarch.info/2-non-categorizzato/67-emendamenti-cannabis-legale.html ).
Da quel fondo si finanzia tutto il settore, anche quelle comunità punitive modello Don Gelmini o Muccioli tanto care alle destre, dove spesso loro importanti esponenti sono andati a fare mediatiche campagne elettorali intrise di furore ideologico proibizionista, compresa la Holding romagnola. Questo ci dà la certezza che sono tutti d’accordo e che la legge per il monopolio, con il nome attuale o un altro, prima o poi passerà. Altrimenti ci si spieghi perché, parlamentari come La Russa, Meloni, Rampelli e altri ancora, solo per citarne alcuni, avrebbero mai dovuto prendersi la briga di presentare molti loro emendamenti per tentare di innalzare e anche di moltissimo, con diverse cifre, proprio per poter contare su più possibilità, la percentuale del 5% prevista nel testo di legge, degli incassi del monopolio verso quel fondo? Se fossero convinti che la legge non passerà e fossero veramente decisi a battersi per impedirlo, perché perdere tempo nel tentare di moltiplicare quella percentuale degli incassi del monopolio per il fondo?
Il tentativo di innalzare la percentuale degli incassi del monopolio verso quel fondo, mette tutti costoro d’accordo su un comune obiettivo, proibizionisti e antiproibizionisti. Quelle percentuali dai futuri incassi verso il citato fondo, stimolano il consenso perfino in molte realtà che nel 2014 firmarono con noi la “Carta dei diritti delle persone che usano sostanze – Genova 2014” e ora sostengono la Proposta di Legge per il monopolio. Doveva essere negli intenti al tempo dichiarati, una sorta di Carta Costituzionale condivisa, entro e non oltre ci si sarebbe dovuti muovere per valutare eventuali proposte di legge all’indomani della cancellazione della Fini/Giovanardi. Ora, a circa tre anni dalla stesura di quel documento condiviso e orizzontalmente prodotto, se andate sul nostro sito ne trovate il testo. Però se cercate sulle pagine di molti dei firmatari di allora, ne trovate il titolo, citato ovunque, ne trovate il racconto ma non il testo di quei 21 articoli incompatibili con il monopolio e misteriosamente scomparsi dai loro siti, omissis.
Gianfranco Fini, anni prima della 49/06, impostò la propria campagna elettorale sulla sua versione del proibizionismo. Nell’aprile del 2003 intervenne alla Conferenza ONU sulle droghe a Vienna per magnificare quella che al tempo era la Proposta di Legge Fini/Mantovano, mentre una manifestazione antiproibizionista internazionale, con un nutrito spezzone italiano dell’allora Movimento Di Massa Antiproibizionista accerchiava il palazzo. Tre anni dopo, nel 2006, all’interno del decreto sulle olimpiadi di Torino, grazie alla decretazione di urgenza, divenne legge quella che conosciamo come la Fini/Giovanardi, testo diverso e diverso nome ma identico impianto. Al tempo potevano contare solo sulla maggioranza del governo di destra e avevano contro la società civile e tutta la parte non ideologicamente proibizionista che nel settore lavora, senza convergenze trasversali come ora. In novembre Daniele Farina tentò di inserire in legge di stabilità ( ex finanziaria) un emendamento che non andò in discussione grazie alla fiducia sulla finanziaria posta dal governo e tutti gli emendamenti non furono neanche discussi, lasciando passare solo il maxiemendamento governativo ( vedi due link in fondo pagina). Se fosse passato ci saremmo ritrovati improvvisamente nel monopolio e possono sempre riprovarci al prossimo autunno, senza la fiducia del governo, basterebbe che chi è ufficialmente contrario esca dall’aula prima della votazione per salvare le apparenze e i numeri sarebbero più che sufficienti. Il pericolo quindi resta, non possiamo ora sapere se ciò avverrà con un colpo di mano come l’inserimento in una finanziaria o con una legge parlamentare nella prossima legislatura, con altro nome ma identico testo come fu in precedenza con la Fini che partì Mantovano e arrivò Giovanardi. Ciò che però ci dicono inequivocabilmente questi emendamenti proposti perfino dalla destra paladina del proibizionismo, è che gli interessi trasversali convergenti sulle percentuali degli incassi del monopolio, sono abbastanza ingenti per farci ritenere molto probabile che comunque avverrà. Per questi motivi riteniamo quanto mai concreto, reale e attuale il rischio monopolio che comporterebbe l’inasprimento repressivo ampiamente descritto da oltre un anno nei vari approfondimenti sul nostro sito e per questo stiamo da tempo organizzando la resistenza al MONOPOLIO TOTALE sulla cannabis.
Nel prossimo intervento, la terza parte di questo focus sui conflitti di interessi dietro il monopolio, pubblicati tutti in rapida successione in questa settimana che precede la diciassettesima edizione MMM 2017, dopo oltre un anno di critiche a questo, insostenibile, sbagliato, repressivo e pericoloso modello, pubblicheremo la nostra ricetta sostenibile e realizzabile, su come si dovrebbe e potrebbe a nostro avviso affrontare il tema, in linea con i principi della “Carta degli utilizzatori di sostanze – Genova 2014“.
Gli emendamenti all’Art 7 della PL dell’Intergruppo per innalzare la percentuale degli incassi del monopolio verso il fondo sopra citato, tra i quali spiccano quelli di esponenti delle destre proibizioniste, riportati negli screnshoot in basso, sono visionabili in originale da pagina 87 a pagina 92 al seguente link sul sito istituzionale della Camera:
VEDI: http://bit.ly/Allegato-Bollettino-Camera-679
Di seguito i link ai due approfondimenti sul tentativo nello scorso novembre di inserire in legge di stabilità un emendamento ( 72.06. del novembre 2016 ) che se fosse stato discusso e approvato ( non è accaduto grazie al fatto che il governo ponendo la fiducia ha cancellato tutti gli emendamenti), ci ritroverremmo ora nel MONOPOLIO TOTALE, senza nessuna possibilità di autocoltivare le nostre piante per uso personale senza essere costretti ad infrangere oltre alle attuale 309/90 anche il Regio Decreto 907 del 17 luglio 1942, che protegge il monopolio di stato.
PER ULTERIORI RIFERIMENTI, PUOI CONSULTARE:
- MONOPOLIO TOTALE O MONOPOLIO ATTENUATO? FINALMENTE HANNO GETTATO LA MASCHERA
- MONOPOLIO CANNABIS LEGALE: DANIELE FARINA MENTE SAPENDO DI MENTIRE
DI SEGUITO GLI SCREENSHOT DEGLI EMENDAMENTI ALL’ ARTICOLO 7 DELLA PL DELL’INTERGRUPPO PER IL MONOPOLIO TOTALE.
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