La notizia sta facendo il giro del mondo: Un giudice messicano ha concesso l’utilizzo di un farmaco a base di cannabinoidi per curare una bambina di soli 8 anni colpita da una grave forma di epilessia.
La piccola, di nome Graciela, è affetta da una rara patologia chiamata sindrome di Lennox-Gastaut ed il farmaco, prodotto dalla casa farmaceutica britannica “GW pharmaceuticals”, dovrebbe quantomeno alleviare le sue sofferenze durante le violente crisi.
In Messico, paese da sempre impegnato nella lotta al narcotraffico, è proibito totalmente l’uso di cannabis e dei suoi derivati. I tribunali difficilmente concedono la possibilità a un malato di ricorrere alla cannabis come terapia palliativa.
Ma nonostante le leggi contrarie il ministero della salute messicano ha concesso l’utilizzo dell’Epidiolex – un farmaco contenente un principio attivo della cannabis – alla bambina.
Graciela è costretta a vivere su una sedia a rotelle e soffre di circa 400 attacchi epilettici al giorno.
“Era la nostra ultima speranza. Questo farmaco dovrebbe ridurre a zero le crisi epilettiche di nostra figlia,” ha dichiarato il padre di Graciela all’agenzia di stampa AFP.
Il via libera per l’importazione dell’Epidiolex è stato dato dal giudice Martin Santos, a seguito del fallimento di numerosi tentativi medici di risolvere il problema.
Immediate le reazioni politiche, in particolare del presidente messicano Pena Nieto. Oltre a ribadire la sua ferma opposizione a qualunque tipo di legalizzazione delle droghe leggere (e ciò non c’entra nulla col fatto in questione), ha criticato la decisione del giudice messicano, paventando una possibile petizione per ottenerne l’annullamento. Un assurdo bello e buono, a detta di alcune associazioni, che nel web hanno dato voce alle loro ragioni a favore di un utilizzo della cannabis per scopi terapeutici.
E così, mentre negli Stati Uniti crescono gli stati che stanno introducendo per la prima volta l’uso della cannabis (a fini terapeutici ma anche ricreativi), in Messico, complice l’eterno problema del narcotraffico, si assiste a un dibattito dal sapore più antico.
L’utilizzo per scopi terapeutici di farmaci contenenti cannabinoidi è oggi legale in almeno 9 Paesi del mondo e in 20 stati federali degli Stati Uniti d’America.
In Italia continuiamo a proporre la tematica, anche sostenendo la proposta di legge dell’intergruppo, ma l’agenda politica del governo è al momento piena, e Renzi non vuole troppo avere a che fare con i conflitti etici tra proibizionisti e favorevoli alla legalizzazione. Meglio continuare a rimandare, mentre l’urgenza sia medica che sociale continua a premere ed i consumatori e coltivatori di cannabis per uso personale continuano ad essere perseguiti e perseguibili penalmente.
Noi non intendiamo restare fermi a guardare e continueremo a diffondere informazioni, proposte e soluzioni per questa situazione insostenibile, attivandoci sempre in prima persona.
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