Verrà rinviata a settembre 2017, dopo che era stata “ufficiosamente” fissata per luglio 2017, la discussione finale sul DDL Cannabis Legale.
Sapendo perfettamente della fine annunciata e consci di come andrà realmente a finire questa proposta di legge, che ormai ha preso il valore ufficiale di “presa in giro” nei confronti dei cittadini, non possiamo che esprimere il nostro rammarico per le metodologie di sviluppo politico che governano questo paese.
Oltre all’umano rammarico vi è una cocente e pragmatica “incazzatura”: 7 milioni di consumatori rimangono e rimarranno esposti alla criminalità organizzata e loro finanziatori.
Oltre 66 milioni di persone rimarranno senza una legge decente che regoli la tematica cannabis in modo che venga realmente tutelata la società, sviluppato il progresso, aumentata la sicurezza, garantito un diritto personale che non porta danni ma solo benefici a tutti, nel complesso.
Rimarremo indietro, come siamo da tempo.
Ed in tutto questo la politica è in grado solo di rinviare, attendere, esporre posizioni personali incongruenti con i fatti e dati reali, perdere tempo in poche parole.
Impossibile rimanere sempre fermi e “tranquilli” di fronte a questi evidenti soprusi sociali.
Anche perchè oltre all’evidente danno, appare netta la beffa.
Su richiesta di Sinistra Italiana-Possibile la legge sulla legalizzazione della cannabis andrà in Aula a Montecitorio a settembre. Dopo le parole del Procuratore nazionale Antimafia Roberti sulla legalizzazione della cannabis e il fallimento del proibizionismo il Parlamento non si lasci sfuggire questa occasione.
Sarebbe un passo in avanti per contrastare le mafie e ridurre la circolazione di sostanze alterate, che attualmente arrivano con estrema facilità anche ai minorenni, e reperire risorse da dedicare alla repressione dei reati su fenomeni più gravi del consumo di cannabis.
Lo afferma il capogruppo di Sinistra Italiana-Possibile Giulio Marcon.
Il tema di come regolamentare la cannabis e contrastare le mafie è maturo, prosegue Marcon. Il mercato della cannabis e dei suoi derivati è da decenni in mano a mafie di ogni sorta e colore per un valore di una decina di miliardi di euro. Chi si batte per mantenere la situazione attuale agisce oggettivamente in concorso con gli interessi di queste organizzazioni.
Per la prima volta si discute una legge che prevede la legalizzazione e non l’ennesima legge proibizionista, per la prima volta si cerca di cambiare approccio, visto che quello repressivo e proibizionista ha fallito su tutta la linea. Nel mondo la tendenza è legalizzare il consumo e la vendita, sia per fini terapeutici che ricreativi.
L’Italia non si può permettere di rimanere indietro solo perché la destra di questo Paese, che è rimasta al medioevo, è contraria, conclude Marcon.
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