AUDIZIONE PARLAMENTARE ASSOCIAZIONE FREEWEED BOARD – LUNEDI 20 GIUGNO 2016

Pubblichiamo il testo, in versione integrale, redatto e letto in occasione delle Audizioni che si son tenute il 20 giugno 2016 in Commissione Giustizia nell’ambito dell’indagine conoscitiva in merito all’esame delle proposte di legge “disposizioni in materia di legalizzazione della coltivazione, della lavorazione e della vendita della cannabis e dei suoi derivati”, conosciuto come DDL “Cannabis Legale”.

Inoltre ecco il link AUDIO/VIDEO ove potete vedere interamente le audizioni di oggi, al minuto 01:54:00 potete trovare l’intervento dell’Associazione FreeWeed Board: VIDEO INTEGRALE AUDIZIONE PARLAMENTARE

Spettabili Commissioni Affari Sociali e Giustizia, buon pomeriggio, sono Stefano Armanasco, Presidente di FreeWeed, associazione no profit formata da consumatori di cannabis, estimatori della pianta e dei suoi prodotti, cittadini liberi che supportano la causa della regolamentazione della cannabis; in primis vi ringraziamo della possibilità di esporre la nostra relazione in merito alle proposte di legge in oggetto, iscritte nel programma dell’assemblea. Nel nostro percorso di attivismo, ci impegniamo quotidianamente affinché venga riconosciuto, ad ogni singolo cittadino maggiorenne, il diritto di coltivare cannabis per un utilizzo personale ed a tal fine abbiamo anche redatto e depositato al Parlamento Europeo, la “Carta dei Diritti dei consumatori e coltivatori di cannabis” (nota 1), firmata da oltre 2500 persone e oltre 20 associazioni.

La basilarità della nostra richiesta di piena legalità della coltivazione personale, e del conseguente uso, è data da ragioni sociali, economiche ed anche medico scientifiche, che a nostro parere dovrebbero essere viste come complementari e non separate, che si aggiungono al semplice “diritto del consumatore” di produrre un bene per il proprio consumo personale, fattore che riteniamo comunque centrale.

Le ragioni sociali si intrecciano indissolubilmente alle ragioni economiche e si possono sintetizzare nel concetto di “illegalità della sostanza” e nel conseguente rapporto del consumatore con il mercato nero, al quale, ad oggi, è esposto per effettuare il proprio consumo personale; in Italia infatti, sebbene la detenzione personale entro certi “limiti” venga sanzionata “solo” amministrativamente, l’autoproduzione di cannabis è ancora considerata reato penale molto grave e ciò significa che, per non correre in questo rischio, oltre 4,5 milioni di semplici consumatori sono “spinti” ad acquistare la cannabis per uso personale sul mercato nero, alimentando un business illecito da decine di miliardi l’anno, condotto nella completa illegalità, che come segnalato dalla Relazione annuale emcdda rappresenta la quota più ampia del mercato delle sostanze illecite. (nota 2)

Se è vero che le audizioni servono non solo agli auditi per fare passerella, ma anche e soprattutto al legislatore per farsi una opinione, e successivamente decidere, i deputati dovrebbero nello specifico valutare se è giusto o meno continuare ad arrestare, processare e condannare persone che coltivano qualche pianta di cannabis per il proprio uso personale solo per evitare di acquistare la sostanza sul mercato nero: è una situazione inaccettabile che deve terminare il prima possibile.

L’introduzione immediata di una regolamentazione dell’autoproduzione personale è ad oggi l’unica strategia applicabile, e soprattutto socialmente utile, per creare una reale e concreta alternativa al “mercato nero” gestito interamente dalle narcomafie, per tutelare realmente il consumatore e fermare definitivamente l’inutile repressione delle condotte destinate a scopi personali.

Una effettiva regolamentazione dell’autoproduzione personale porterebbe enormi vantaggi anche per quanto riguarda il dato sulla spesa pubblica riservata alle FF.OO., circa 1 milione di euro l’anno; le FF.OO. Potrebbero concentrare gli sforzi sul controllo del traffico illecito reale, andando a colpire i grandi trafficanti e la criminalità organizzata al posto del semplice coltivatore/consumatore per uso personale, con un netto risparmio di fondi pubblici e con un reale vantaggio sociale per la sicurezza pubblica; ad oggi si riesce a fermare solo il 5% del mercato illegale e, come sottolineato dal report emccda, la maggioranza degli arresti e sequestri interessa comunque condotte di autoproduzione personale, che hanno un pericolo sociale irrilevante. (nota 3)

Per quanto concerne l’ambito medico-scientifico il sistema fisiologico su cui agisce la cannabis viene definito sistema endocannabinoide ed è presente negli organismi animali da circa 600 milioni di anni, e, a conferma della sua importanza evolutiva, le cellule del nostro corpo sono in grado di sintetizzare su richiesta e di degradare ove necessario queste molecole, di cui la principale endogena è stata denominata Anandamide, che in Sanscrito significa Beatitudine. (nota 4)

Studi sui topi hanno dimostrato come il knock-out del gene codificante i recettori per i cannabinoidi impedisca, di fatto, la riproduzione ai piccoli roditori ed analogamente nell’uomo (review 2003-2010-2012) come ha avuto modo di riportare il Dr. Simone Fagherazzi, laureato in medicina e chirurgia alla Università di Padova, in un esame accademico. (curriculum vitae in allegato)

Quello di cui parliamo è quindi un sistema intimamente correlato alla fisiologia umana su cui agisce come un modulatore. I recettori finora scoperti sono disseminati in tutto il corpo e le vie molecolari che sottendono alla loro regolazione si stanno verificando essere le più svariate e questo ne rende l’eventuale utilizzo terapeutico molto più esteso rispetto alle condizioni “riconosciute ufficialmente”.

Il prof Ethan Russo, scienziato tra i massimi esperti mondiali in tema di cannabinoidi, ha pubblicato nel 2015 l’ipotesi di una sindrome da deficienza di endocannabinoidi presente in forma locale (come ad esempio nel glaucoma) o in forma sistemica (come ad esempio nella fibromialgia). Tale considerazione si basa sull’assunto da parte del professore, che il nostro organismo, per essere in salute, debba avere un “tono” corretto del sistema endocannabinoide, quindi una corretta modulazione.

La pianta di cannabis, al contempo, presenta un fitocomplesso estremamente ricco, più di 600 le sue componenti, le quali agiscono sinergicamente sui recettori finora identificati.

Lo stato e le varie convenzioni internazionali indicano come diritto fondamentale dell’uomo quello alla salute e l’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la “Salute” non solo come assenza di malattia ma come “pieno benessere fisico psichico e sociale dell’individuo”.

È inoltre recente scoperta della scienza, primo giugno 2016 su Jama Psichiatry che l’utilizzo cronico di cannabis non provochi alcun danno alla salute se non un aumento di frequenza della parodontite (chiaramente imputabile alla combustione), che evidenzia la cannabis come sostanza “sicura”. (nota 5)

La pianta di cannabis ha infinite varietà “caratteriali” esattamente come l’essere umano che la assume che deve quindi rendersi responsabile della ricerca del proprio equilibrio, fonte del proprio benessere e della propria terapia, e quindi della propria salute. (nota 7)

Dunque anche su un piano medico-scientifico è necessario regolamentare l’autoproduzione personale al fine di avere la possibilità di scegliere autonomamente la propria pianta, poterne scegliere autonomamente il dosaggio e le modalità di assunzione, evitare le lunghe tempistiche di erogazione, permettere di abbattere i costi della terapia, oltre che, condizione fondamentale, evitare il riversarsi dei pazienti sul mercato nero per l’approvvigionamento, situazione che accade sia per la forte differenza di valore commerciale sia per un più rapido accesso al prodotto.

Uno Stato che si prenda cura dei propri cittadini non deve volersi sostituire alle loro scelte ma deve tenerle in considerazione e trovare il modo migliore per applicarle nel concreto e la libertà della persona umana dovrebbe essere la conditio sine qua non. (nota 8)

Per la Cannabis si è assistito ad un processo di demonizzazione fondato più su pregiudizi ideologici e mistificazioni generate da puri interessi economici piuttosto che su vere e fondate osservazioni medico-scientifiche. E’ giunto il momento di scrollarci di dosso l’ipocrisia che ci avvolge ed ammettere che stiamo discutendo di una pianta, che, se venisse veramente considerata come tale, donerebbe all’intera società un netto miglioramento delle qualità di vita sotto tutti gli aspetti. (nota 9)

Il ragionamento che deve motivare il legislatore, quindi, conosciuto lo stato dell’arte anche in materia medica e scientifica passa su un piano etico. (nota 6)

Dopo una attenta analisi, la proposta in esame, sostanzialmente formulata per introdurre il Monopolio di Stato sulla Cannabis, all’articolo 5, sembrerebbe escludere dal regime di monopolio le attività finalizzate all’esclusivo consumo personale ma, in realtà, chiunque volesse coltivare qualche pianta di cannabis sarebbe obbligato a comunicare all’ufficio regionale dei Monopoli di Stato le proprie generalità e l’indirizzo esatto del luogo di coltivazione, al fine di poter beneficiare di una sorta di implicita autorizzazione a procedere.
Poiché non è in discussione alcuna modifica delle altre leggi ed atti amministrativi, che comunque riguardano il controllo di assunzione di stupefacenti, sarebbe concreto il rischio, subito dopo aver provveduto a questa comunicazione, di venire convocati dalle Motorizzazioni civili per verificare la sussistenza dei requisiti di guida oppure sottoposti a drug-test periodici sui luoghi di lavoro e licenziati, laddove previsto.
Tutto ciò senza nemmeno considerare la possibilità concreta, a partire dalla prima legge di Stabilità utile, di utilizzare tale elenco per imporre una tassa su ogni pianta o, peggio ancora, per esercitare un’azione coercitiva sui coltivatori, qualora si decidesse di revocare l’autorizzazione per concorrenza sleale al monopolio di stato, proprio come è già accaduto nell’esperienza Canadese. (nota 10)

Riteniamo dunque basilare inserire nella normativa il riconoscimento esplicito e definitivo del diritto inalienabile alla coltivazione per uso personale, in ogni caso senza fini di lucro o di commercio e crediamo sia opportuno inoltre eliminare la comunicazione di inizio coltivazione fino al limite di 5 piante, al di sotto del quale si dovrebbe garantire la libera e legale pratica coltivativa, seguendo anche le disposizioni costituzionali di legalizzazione di un determinato oggetto e condotta, affinché non venga limitato oppure compromesso il Diritto soggettivo di costruire liberamente e difendere la propria sfera privata, nonché per evitare che tale obbligo possa divenire uno strumento coercitivo in caso di successivi mutamenti normativi.

Se necessariamente si ritiene di dover introdurre una disposizione che obblighi alla comunicazione dell’inizio di coltivazione, ci permettiamo di proporre di introdurla invece per le coltivazioni sopra questo limite prefissato a 5 piante fino ad un nuovo massimale coltivabile, che proponiamo in 15 piante e/o 15 mq pro capite, in modo da poter monitorare solo un eventuale produzione maggiore, che può essere utile per diversi scopi come ricerca, analisi, selezione genetica, terapia personale – che necessitano di massimali più alti – che potrebbe però costituire condotta considerata “borderline” e pertanto porsi nell’ambito del rischio, dal punto di vista del legislatore, di un eventuale spaccio del raccolto in eccedenza.

Riteniamo questo cambiamento normativo fondamentale per poter rendere accettabile, e soprattutto realmente attuabile, una eventuale disposizione di comunicazione, se proprio si ritiene di doverla introdurre, altrimenti facilmente vanificabile ed incontrollabile.

Ovviamente questa situazione di tutela dell’autoproduzione personale potrebbe spaventare i proponenti il monopolio, in quanto il rischio di un “concorrente legale” come l’autoproduzione sappiamo essere grande ed ostacolato, in tutti i campi, ma riteniamo, anche secondo molteplici studi recenti a livello internazionale, che il mercato della cannabis esisterà sempre e comunque, e renderlo legale sarà in ogni caso vantaggioso per lo Stato, e regolamentando chiaramente l’autoproduzione si andrebbe a dare un’ulteriore, reale, stretta alla vera criminalità organizzata.

Per le stesse motivazioni riteniamo che, sebbene l’introduzione di associazioni di consumatori per la coltivazione no profit condivisa sia cosa positiva, porre limiti numerici ai membri di queste associazioni sia, ci si permetta di farlo rispettosamente notare, una violazione della libertà di associazione costituzionalmente garantita.

In merito ai drug-test riteniamo che quelli in uso oggi per la rilevazione della guida sotto effetto di sostanze stupefacenti siano inappropriati e da modificare in quanto, sia l’analisi della saliva, sia l’analisi delle urine non garantiscono un riconoscimento effettivo della condizione alterata del soggetto nel momento esatto in cui viene fermato, poichè questi test danno un esito positivo anche quando l’assunzione di cannabis è ben antecedente al momento in cui si sta guidando dato che le tracce del THC possono rimanere rilevabili da 12 ore a ben 4 mesi dal momento dell’ultimo utilizzo a seconda dell’abitudine del consumo, ed occorre ricordare che normalmente gli effetti della cannabis svaniscono dalle 4 alle 5 ore, e quindi il rischio di test positivi per persone non realmente sotto effetto è elevatissimo.

Ci associamo inoltre ad altri che sono stati auditi in precedenza per raccomandare che sia cassata la prevista depenalizzazione delle cessioni tra minori, tenendo conto dei rischi eventuali sottolineati nelle scorse audizioni.

Infine crediamo opportuno sia prevista la possibilità per ciascuno di selezionare proprie varietà di semi, e quindi genetiche, per fini strettamente non commerciali nell’ottica di permettere a ciascuno di ottenere senza gravi oneri il prodotto più confacente ai propri bisogni.

Per concludere, riassumendo, crediamo che sia giunto il tempo di una nuova normativa che vada a rendere legale l’autoproduzione di cannabis ad uso personale, che la tuteli e la regoli adeguatamente, possibilmente con limiti reali ed ampli, escludendo una eventuale comunicazione di inizio coltivazione e garantendo il diritto all’autoproduzione personale scritto in legge, al fine di sviluppare una nuova politica sulla cannabis a beneficio della società nel suo complesso, basata sulla prevenzione e non sulla repressione, sull’educazione all’uso responsabile e sulla riduzione del danno, che metta al primo posto la salute sociale di tutti i Cittadini. (nota 12)

Infine un ringraziamento davvero enorme a tutti gli attivisti che ogni giorno si impegnano e condividono con noi la volontà di voler cambiare in meglio il tessuto sociale italiano fino ad arrivare ad un riconoscimento effettivo dei nostri diritti.

ANNOTAZIONI CON LINK DI RIFERIMENTO E FONTI

Nota 1:

Link Carta dei Diritti: http://freeweed.it/carta-diritti-cannabis/

Deposito al Parlamento Europeo: http://freeweed.it/depositata-parlamento-europeo-carta-diritti-cannabis/

Invio della Carta dei Diritti ad UNGASS 2016: http://freeweed.it/inviata-ad-ungass-2016-la-carta-dei-diritti-per-la-cannabis/

Nota 2:

Relazione 2015 EMCDDA: http://www.emcdda.europa.eu/attachements.cfm/att_239505_IT_TDAT15001ITN.pdf

Nota 3:

Analisi economica della legalizzazione persa da “The Economist”: http://freeweed.it/una-analisi-economica-della-legalizzazione-della-cannabis/

Prezzi della Cannabis in un Mercato Legale: http://freeweed.it/prezzi-cannabis-mercato-legale-americano/

Diminuzione problemi legali alla consumo di cannabis con legalizzazione: http://freeweed.it/con-la-legalizzazione-diminuiscono-i-problemi-correlati-alla-cannabis/

Diminuito anche consumo tra i minori: http://freeweed.it/colorado-consumo-diminuito-minorenni-dopo-legalizzazione/

Consumo tra minori non aumentato con la legalizzazione: http://freeweed.it/studio-la-legalizzazione-della-cannabis-negli-usa-non-ha-aumentato-il-numero-di-consumatori-adolescenti/

Consumo tra minori, altro studio: http://freeweed.it/nuovo-studio-la-legalizzazione-delluso-ricreativo-non-aumenta-luso-tra-i-minorenni/

Analisi primi sei mesi di legalizzazione in Colorado: http://freeweed.it/report-drug-policy-alliance-colorado-6-mesi-dopo/

Calo reati tra i minori con legalizzazione: http://freeweed.it/calo-reati-minorili-california-dopo-depenalizzazione-cannabis/

Nota 4:

Il sistema endocannabinoide: http://freeweed.it/sistema-endocannabinoide/

L’effetto Entourage della Cannabis: http://freeweed.it/effetto-entourage/

Potenzialità Terapeutiche: http://freeweed.it/principi-attivi-e-potenzialita-terapeutiche-cannabis/

Cannabis e il suo beneficio sull’appetito: http://freeweed.it/cannabis-ecco-come-e-perche-stimola-lappetito/

Nota 5:

Consumo prolungato di cannabis, ecco cosa succede: http://freeweed.it/cannabis-abitualmente-lungo-periodo/

THC e memoria: http://freeweed.it/thc-memoria/

Cannabis non danneggia la memoria: http://freeweed.it/studio-cannabis-non-danneggia-memoria/

Cannabis e schizofrenia: http://freeweed.it/schizofrenia/

Cannabis e non conseguenze sulla salute: http://freeweed.it/cannabis-ricreativa-non-conseguenze-salute/

Cannabis e coordinazione: http://freeweed.it/uso-di-cannabis-non-influenza-la-coordinazione-motoria-nellandare-in-bicicletta/

Nota 6:

Cannabis e processi di apprendimento: http://freeweed.it/la-cannabis-aiuta-il-cervello-a-raggiungere-progressi-di-apprendimento-coscienza-e-comprensione/

Cannabis e intelligenza: http://freeweed.it/cannabis-intelligenza/

Cannabis e capacità cognitiva: http://freeweed.it/studio-cannabis-migliora-capacita-cognitive/

Cannabis non diminuisce il QI: http://freeweed.it/studio-cannabis-non-diminuisce-qi/

Adolescenza e QI: http://freeweed.it/studio-uso-di-cannabis-in-adolescenza-non-associato-con-diminuzione-del-q-i/

Uso di Cannabis in adolescenza: http://freeweed.it/uso-di-cannabis-in-adolescenza-non-predittivo-di-q-i-inferiore-in-eta-adulta/

Fumare Cannabis e danni fisici tra minori e in età adulta: http://freeweed.it/uso-di-cannabis-in-adolescenza-non-predittivo-di-q-i-inferiore-in-eta-adulta/

Fumare Cannabis non aumenta rischio cancro ai polmoni: http://freeweed.it/fumare-cannabis-non-aumenta-rischio-cancro-polmonare/

Cannabis e cervello: http://freeweed.it/studio-uso-di-cannabis-non-associato-a-variazioni-di-volume-del-cervello/

Cannabis non rischio di cancro: http://freeweed.it/studio-la-cannabis-fumata-non-provoca-cancro/

Cannabis e la sensazione di piacere: http://freeweed.it/cannabis-dopamina/

Azioni cannabis contro cancro: http://freeweed.it/20-studi-analizzano-lazione-della-cannabis-contro-il-cancro/

Nota 7:

Elenco fitocannabinoidi: http://freeweed.it/fitocannabinoidi-elenco/

Nota 8:

Cannabis e morti causate da antidolorifici: http://freeweed.it/con-la-cannabis-terapeutica-diminuiscono-le-morti-causate-da-antidolofici/

Cannabis riduce la terapia con oppiacei: http://freeweed.it/dolore-cronico-la-cannabis-come-terapia-riduce-il-consumo-di-oppiacei/

Cannabis non associato ad ansie e depressione: http://freeweed.it/studio-uso-di-cannabis-non-associato-a-depressione-e-ansia/

Nota 9:

Cannabis anche questione di diritti: http://freeweed.it/cannabis-questione-di-diritti/

Cannabis diritti o “dritti”: http://freeweed.it/memorie-di-un-attivista/

Nota 10:

Esperienza canadese: http://www.fainotizia.it/inchiesta/05-05-2014/cannabis-terapeutica-il-canada-si-riscopre-proibizionista

Nota 11:

Cannabis e Guida: http://freeweed.it/marijuana-e-guida-una-rassegna-delle-evidenze-scientifiche/

Guida sotto effetto di Cannabis: http://freeweed.it/studio-nhtsa-guida-sotto-effetto-cannabis-non-aumenta-rischio-incidenti/

THC e Analisi del sangue: http://freeweed.it/thc-analisi-sangue/

Cannabis e rischi sulla guida: http://freeweed.it/studio-utilizzare-cannabis-non-aumenta-in-modo-significativo-la-probabilita-di-incidente-stradale/

Cannabis e i miti da sfatare: http://freeweed.it/miti-sulla-cannabis-teoria-del-passaggio/

Nota 12:

Un esempio di pratica della riduzione del danno: http://lab57.indivia.net/materiali-informativi/test-rapido-delle-sostanze/analisi-colorimetrica-delle-sostanze-e-legalita/

Curriculum Vitae Dr. Simone Fagherazzi: http://www.dikesalute.com/index.php/curriculum-vitae/

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