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Sono stati pubblicati sul sito ufficiale della Corte Costituzionale gli orari del programma degli ordini del giorno che verranno discussi il 9 marzo 2016; il primo della giornata ad andare sotto esame sarà proprio l’ODG inerente la Sanzione Penale che incombe (incostituzionalmente) sui consumatori per la coltivazione di piante di cannabis per uso personale.

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L’ODG registrato come ordd. 98 e 200/2015 verrà discusso dalle 9.30 e presumibilmente si avrà una sentenza definitiva entro le ore 12.00 del 9 marzo.

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La Corte Costituzionale, nel sistema politico italiano, è un organo di garanzia costituzionale cui è demandato il compito di giudicare la legittimità degli atti dello Stato.

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Nel caso in cui la Corte Costituzionale si esprimesse positivamente riguardo a questa situazione, sollevata dagli Avvocati Simonetti e Miglio, si andrebbe verso un giudizio di incostituzionalità relativa agli Artt. del D.P.R. 309/90 che classificano come reato penale la coltivazione di cannabis per esclusivo uso personale, con conseguente decadimento della legge.

Siamo di fronte dunque ad un possibile momento di svolta nazionale per quanto riguarda la coltivazione di cannabis per uso personale.

Tutto iniziò lo scorso anno quando davanti ai magistrati lombardi era finito il caso di un commerciante bresciano, trovato con otto piante di canapa indiana in garage e 25 grammi di prodotto finale nel comodino.

Nel processo di primo grado non era emersa alcuna prova su un’eventuale attività di spaccio da parte del coltivatore.

“Quello che mi è stato sequestrato era solo per me, mai pensato di darla ad altri”, ha assicurato il coltivatore.

Ma come accade a tanti altri, da Nord a Sud della penisola, visto che l’attuale legge considera un reato la semplice coltivazione di cannabis, il commerciante era stato condannato, lo scorso anno, dal Tribunale di Brescia a otto mesi di reclusione e mille euro di multa.

Dopo la condanna in primo grado, gli Avvocati Lorenzo Simonetti e Claudio Miglio, a difesa dell’imputato, hanno impugnato la sentenza e rivisitato tutta la giurisprudenza e la casistica degli ultimi 20 anni in Italia.

Gli Avvocati, analizzando la storia giurisprudenziale italiana, sottolineano come con il referendum del 1993 fare uso di droga non debba più essere considerato reato penale e che quanti vengano trovati in possesso di sostanze stupefacenti, per esclusivo uso personale, vengano così soltanto segnalati alla Prefettura; una semplice violazione amministrativa. Inoltre chi coltiva canapa indiana finisce invece sempre e comunque davanti ad un giudice, con tanto di avallo, nel 2008, della Cassazione a Sezioni Unite.

Per gli Avvocati della difesa, Simonetti e Miglio, questa situazione in cui l’Art 75 del D.P.R. 309/90 comprende  detenzione, consumo e possesso, ma non la coltivazione di cannabis all’interno dei reati amministrativi, limita un diritto fondamentale della persona, ossia il “Principio di Uguaglianza”.

E’ chiaramente dimostrabile che per effettuare consumo, possesso e detenzione, sia preferibile la condotta di coltivazione rispetto all’acquisto tramite mercato nero, sia per il consumatore sia per lo Stato Italiano.

Questa ordinanza è stata confermata dalla Corte di Appello di Brescia, rimandando dunque la decisione normativa alla Corte Costituzionale.

I giudici lombardi hanno inoltre specificato che i coltivatori per uso personale non vanno ad intaccare il cuore della legge antidroga, che consiste nel “combattere il mercato della droga, che pone in pericolo la salute pubblica la sicurezza e l’ordine pubblico, nonché il normale sviluppo delle giovani generazioni”.

 

Noi saremo presenti con un presidio in Piazza Santi Apostoli dalle ore 8.30, che dalle ore 9.45 si sposterà pacificamente verso Piazza del Quirinale, sotto la sede della Corte Costituzionale, in attesa del verdetto, che potrà essere storico.

Crederci per non sperare. Partecipare per non aspettare.

#FreeWeed #TuttiInPiazza #TuttiaRoma #9marzo2016 #RitrovoAttivisti

 

FONTE: CORTE COSTITUZIONALE

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