Eccovi cinque cose su droghe & dintorni che vale davvero la pena leggere e guardare questa settimana (specie perché proprio in questi giorni la Commissione sui Narcotici — e cioè il principale organismo delle Nazioni Unite a occuparsi di droghe — era riunita a Vienna per prepararsi all’UNGASS di Aprile).
1- I falsi miti ed i dannosi moralismi della guerra alle droghe
La guerra alle droghe è iniziata nel secolo scorso; da allora sono passati diversi decenni e nel mondo è cambiato tutto: il mercato della droga, i consumatori, i produttori — proprio tutto. O meglio, tutto eccetto l’approccio della comunità internazionale riguardo le droghe, che è rimasto pressoché immutato nel tempo, ancorato a falsi miti e stereotipi pericolosi. Tra cui, ad esempio, la faziosità verso il nord del globo e la “fissazione” per i paesi del sud… Per farla breve la politica attuale non è più di attualità, nemmeno un po’.
2- 9 cose che abbiamo imparato del fallimento della guerra alle droghe
Dopo 50 anni persi in una guerra vana (anzi, dannosa), dovremmo prendere atto dell’insuccesso e imparare dai tanti, troppi errori fatti. Le lezioni da imparare in merito all’insostenibilità della guerra alle droghe — tra incremento drammatico dei tassi di violenza e violazioni intollerabili dei diritti umani — sono davvero numerose (qui ne trovate nove). Il concetto fondamentale, comunque, è uno: smetterla con questa “dipendenza dalla proibizione” e passare a politiche di riduzione del danno.

3- Non c’è più consenso generale in favore di un mondo senza droghe, ed è l’inizio di una vittoria.
Johann Hari, giornalista, spiega in un video per openDemocracy come ha completamente ripensato il suo approccio della dipendenza agli stupefacenti. Poiché chi consuma droga spesso vuole in realtà scappare dalla propria vita, l’approccio duro e punitivo può solo peggiorare la loro dipendenza.
Ma oggi, sottolinea Hari, l’opinione pubblica inizia (finalmente!) a ragionare su un approccio che privilegia la salute piuttosto che la criminalizzazione.
Da vedere, assolutamente.
4- I risultati delle stanze del consumo sono ovunque positivi. E Toronto ne apre tre
A Toronto il tasso di morte da overdose continuava a crescere: per questo si è deciso di cambiare approccio aprendo tre nuove stanze per il consumo sicuro. Una decisione basata sull’osservazione dei risultati ottenuti nelle 90 strutture che già esistono in giro per il mondo e che sono ovunque gli stessi: le morti da overdose diminuiscono, si previene il contagio dell’HIV, nei quartieri diminuiscono le siringhe gettate in strada dopo l’uso, il tasso di criminalità non aumenta.
5- L’esempio svizzero: come prevenire la tossicodipendenza senza reprimere
Negli anni 90 c’erano più di 3.000 tossicodipendenti nel parco Platzspitz, a Zurigo. Mark, uno di loro, racconta al Global Post la violenza, i crimini, le malattie. Le autorità hanno provato a risolvere il problema con le maniere forti senza ottenere risultati. Così non è rimasto che cercare una soluzione alternativa, creando una delle prime politiche sanitarie di riduzione del danno.
Zurigo è stata infatti la prima città al mondo ad offrire delle terapie ai tossicodipendenti a base di eroina e metadone. Nel 2008 questa strategia è divenuta una legge e oggi il 70% dei tossicodipendenti svizzeri segue una terapia, il più alto tasso al mondo.
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